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Il giallo dell’omicidio di Vincenza Saracino, l’autopsia: 5 coltellate a gola e mandibola ma nessun abuso

I primi risultati dell’autopsia sulla donna trovata morta 24 ore dopo la scomparsa in un casolare vicino casa a Preganziol, in provincia di Treviso. Le ferite fanno ipotizzare che Vincenza Saracino sia stata colpita anche a pugni ma non chiariscono il giallo della morte della donna. Esclusa rapina e violenza sessuale, si indaga sui contatti.
A cura di Antonio Palma
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Picchiata a mani nude e poi uccisa con cinque coltellate alla gola e alla mandibola, così è stata uccisa Vincenza Saracino, la 50enne trovata senza vita in un casolare vicino casa 24 ore dopo la scomparsa denunciata dal marito a Preganziol, in provincia di Treviso. È quanto emerso dall’autopsia sul cadavere della donna condotto ieri dall'anatomopatologo Claudio Terranova, incaricato dalla procura. Un esame che conferma le prime ipotesi su una possibile sconoscenza tra vittima e omicida, visto che ha escluso un abuso sessuale, ma che non chiarisce il giallo della morte della donna.

Vincenza Saracino colpita anche a pugni, si è difesa 

Contrariamente a quanto emerso in un primo momento, l’esame post mortem avvalora l’ipotesi di un tentativo di difesa della donna durante l’aggressione, che inizialmente potrebbe essere avvenuta a mani nude. L’autopsia infatti ha evidenziato ecchimosi e graffi sulle braccia ma anche una frattura ad uno zigomo, circostanza che fa ipotizzare percosse a mani nude prima dei fendenti mortali.

Secondo i primi risultati dell’esame, l’assassino si sarebbe accanito sulla donna con cinque coltellate e poi l'avrebbe lasciata agonizzante. Elementi che fanno ipotizzare un delitto di impeto e non premeditato. Il fendente fatale alla carotide che ha provocato la morte per dissanguamento della donna. Risultati che al momento però non spiegano perché la donna si trovasse in quel capannone industriale abbandonato a poche centinaia di metri da casa sua.

Vincenza Saracino
Vincenza Saracino

Si indaga sugli ultimi movimenti di Vincenza

Proprio sugli ultimi movimenti di Vincenza Saracino si stano concentrando ora le indagini dei carabinieri. La donna era uscita dal lavoro martedì pomeriggio 2 luglio, quando aveva lasciato il sexy shop che gestiva col marito e si era recata a fare la spesa in sella alla sua bici elettrica con la quale si spostava abitualmente. Gli ultimi a vederla sono stati i titolari di un tabacchi dove si era fermata poco dopo le 18.

La 50enne era poi sparita nel nulla tanto che i familiari si erano subito allarmati non vendendola tornare. Il ritrovamento 24 ore dopo quando una pattuglia di carabinieri ha individuato la bici nei pressi del capannone e poco dopo il cadavere di Vincenza Saracino.

L'arma del delitto non si trova

Sul posto erano presenti tutti gli averi della vittima, fatto che fa escludere la rapina, ma non l’arma del delitto. Al setaccio degli inquirenti i telefoni della donna e i suoi contatti nei giorni precedenti per capire se avesse appuntamento con qualcuno che l’ha sorpresa e uccisa. Sotto esame sia i contatti privati sia quelli di lavoro che potrebbero portare a una svolta nei prossimi giorni.

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