Il giallo della sepoltura di Enrico De Pedis, il Dandy di Romanzo Criminale
Era il 2 febbraio 1990 quando Enrico De Pedis detto Renatino, veniva ucciso in via del Pellegrino, verso Campo de’ Fiori. Aveva 36 anni e non era semplicemente uno dei boss della Banda della Magliana, ma uno dei personaggi più influenti del criminalità organizzata italiana. Questo è il motivo principale per il quale ancora oggi, a distanza di 22 anni, si polemizza sul perché colui che è poi è stato trasformato nel Dandy di Romanzo Criminale, è sepolto nella basilica monumentale di Sant’Apollinare. «Un grande benefattore dei poveri della basilica di Sant’Apollinare, che ha dato il suo aiuto concreto in tante iniziative di bene di carattere religioso e sociale e che ha fornito particolari contributi per aiutare i giovani, interessandosi alla loro formazione cristiana e umana». È il profilo di De Pedis, tracciato dal vicario generale della diocesi di Roma Ugo Poletti, che nel concedere l'autorizzazione alla sepoltura chiesa, contravveniva ad una delle regole del diritto canonico: “i cadaveri non siano seppelliti in chiesa, se non si tratti del Romano Pontefice o di Cardinali o di Vescovi", come fa notare il sito Nottecriminale.
Ad oggi, quello della sepoltura di Renatino è ancora un giallo. Sul caso, all'epoca della traslazione dalla Basilica al Cimitero di Prima Porta, intervenne anche l'allora ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che intervenuta nel questione time alla Camera sulla vicenda, disse che al Viminile non vi erano documenti ed atti per gettare luce sul mistero, posto che, comunque, "la competenza era in ogni caso del Comune di Roma", visto che si trattava dello spostamento di una salma da un cimitero (quello del Verano, dove De Pedis era stato inizialmente sepolto) ad una chiesa (Sant'Apollinaire, appunto) e comunque nella basilica non vige il principio dell'extraterritorialità, come era stato inizialmente ipotizzato.
Il giallo è stato collegato a quello di Emanuela Orlandi, la quindicenne vaticana sparita a Roma nel 1983. Una segnalazione anonima al programma Chi l'ha visto, infatti, suggeriva di scavare nella tomba di De Pedis quasi a intendere che potevano trovarvisi anche le spoglie di Emanuel, circostanza poi smentita.