Il giallo della morte di Patrizia Nettis, l’avvocato: “Quella sera dev’essere avvenuto qualcosa di grave”
"Noi siamo sicuri che ci sia stato comunque un intervento esterno nella morte di Patrizia, sia che si tratti di suicidio sia che non si tratti di questo. Anche nel caso in cui gli esami confermassero la prima ipotesi, restiamo convinti del fatto che non si tratti di un suicidio che proviene dalla sola volontà di Patrizia. E questo lo confermano anche le chat che abbiamo rinvenuto. Da queste è evidente che qualcosa di grave dev'essere avvenuto quella sera".
A parlare è l'avvocato Giuseppe Castellaneta, il legale della famiglia di Patrizia Nettis, la giornalista di 41 anni trovata impiccata nella sua casa di Fasano, in provincia di Brindisi. Il caso della sua morte, come ha spiegato Castellaneta a Fanpage.it, presenta ancora molti interrogativi.
Proprio la recente scoperta di uno scambio di messaggi avvenuto tra un imprenditore, unico iscritto nel registro degli indagati per istigazione al suicidio e stalking, e un politico, coinvolti sentimentalmente con la donna e che con lei avrebbero avuto una discussione poco prima della sua morte, potrebbe però aver fatto ripartire le indagini sul caso.
Le richieste di riesumazione per procedere all'autopsia
Per cercare di fare chiarezza su quanto avvenuto il legale della famiglia nei mesi scorsi ha presentato tre diverse istanze di riesumazione del corpo della giornalista per procedere all'autopsia. E sembra che la Procura stia valutando la possibilità di accettare la richiesta.
"Al momento io non ho riscontri in questo senso. – precisa il legale – Noi abbiamo fatto tre richieste in merito e stiamo preparando la quarta. Siamo in attesa di alcuni elementi e dopodiché la ripresenteremo, a meno che non arrivi prima un accoglimento".
Con l'esame la famiglia e il legale si aspettano di poter escludere "definitivamente l'ipotesi omicidiaria. Senza un dato scientifico e per una questione di correttezza professionale, non possiamo escludere nulla. Considerata la conoscenza diretta di Patrizia e i dati oggettivi e soggettivi di questa questione, non possiamo davvero escludere altre ipotesi sulla base delle apparenze, ovvero sul ritrovamento di una persona impiccata", spiega ancora l'avvocato Castellaneta.
"Questa indagine a noi sembra un po' rallentata. Il ritrovamento del corpo è avvenuto il 29 giugno e oggi siamo ancora qui a discutere su un'autopsia che andava fatta probabilmente nelle 48 ore successive, prima di dare il benestare alla tumulazione", aggiunge.
Il computer della giornalista trovato due mesi dopo la morte
Il legale della famiglia attende anche l'esito della perizia fatta dagli inquirenti sul computer della donna, ritrovato dopo due mesi dopo la morte di Patrizia. "Capiremo cosa c'è al suo interno quando ci verrà comunicato il contenuto dell'esame e valuteremo ogni aspetto. Attendiamo la perizia a breve, nell'arco di alcuni giorni. Dopodiché continueremo e insisteremo affinché venga fatta la riesumazione e l'autopsia", dice l'avvocato.
Anche il tardivo ritrovamento del dispositivo alla famiglia e al legale risulta un elemento che andrà chiarito. "Io ho fin da subito pensato che fosse singolare che il fatto che il computer, scomparso da e cercato per due mesi, anche con un intervento da parte dei carabinieri nell'ufficio di Patrizia, venga ritrovato da un collega nell'ufficio della stessa in un armadietto destinato a conservare pratiche vecchie e materiale elettrico in disuso", spiega Castellaneta.
"Mi sembra anche molto strano che una giornalista il giorno prima di un'intervista importante (Nettis il giorno successivo alla sua morte avrebbe dovuto intervistare l'allenatore della Salernitana Filippo Inzaghi, ndr) lasci il suo unico personal computer in un posto del genere", conclude.