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Cosa sappiamo sul cadavere trovato appeso al guardrail a Trieste: dal ritrovamento all’ipotesi suicidio

Il ritrovamento del cadavere appeso ad un guardrail di Trieste è un vero e proprio giallo. La vittima, un 55enne iraniano, è stato trovato con mani e piedi legati e si è pensato subito a un delitto. Da un primo esame esterno del corpo, però, non sarebbero emersi segni evidenti di violenza e ormai si fa largo l’ipotesi suicidio.
A cura di Antonio Palma
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Sta diventando un vero e proprio giallo la morte dell’uomo trovato senza vita ieri appeso al guard rail di un raccordo autostradale a Trieste con mani e piedi legati. Al momento non si esclude alcuna ipotesi ma da quella iniziale di un barbaro omicidio, preceduto anche da torture, ora si sta facendo sempre più largo la tesi del suicidio. Secondo la stessa Procura, gli elementi emersi finora non sono "in alcun modo" indicativi di un "decesso dovuto all'opera di terzi".

Maggiori certezze arriveranno ovviamente solo dopo i risultati finali dell’autopsia che sarà disposta dalla magistratura ma, da un primo esame esterno del corpo da parte del medico legale, non sarebbero emersi segni evidenti di tortura, come invece inizialmente si ipotizzava.

La vittima è un iraniano di 55 anni

Dopo una iniziale incertezza anche sull’identità, la vittima è stata identificata come un senzatetto, un cittadino iraniano sui cinquantacinque anni nato a Teheran, B.K. e che pare fosse arrivato in città solo da poco tempo. L'uomo indossava scarpe nere, pantaloni e camicia cachi e aveva una maglietta nera con la scritta “Live to ride". In tasca nessun documento ma biglietti scritti in italiano e in una lingua mediorientale e sopratutto un certificato medico. La morte sicuramente risale ai giorni precedenti, secondo il medico legale, tanto che il corpo aveva anche segni di saponificazione dovuti all'umidità e alla pioggia.

Il ritrovamento del cadavere

La vittima era all'altezza della Ferriera di Servola in direzione di Muggia, poco dopo la galleria di Valmaura. La scoperta della sua morte è avvenuta per caso quando, domenica mattina, gli operai Anas sono andati sul posto per alcuni lavori di manutenzione e si sono trovati davanti alla macabra scena del cadavere che penzolava dal cavalcavia. Non è escluso che il corpo potesse essere lì da molti giorni visto che si tratta di una zona non visibile dalla sede stradale e che affaccia su una zona impervia e fitta di vegetazione all’esterno della strada dove appunto erano in corso dei lavori.

Il giallo del certificato medico e dei bigliettini ritrovati in tasca

Nessun documento di identità sarebbe stato trovato addosso all'uomo di mezza età ma diversi fogli scritti in italiano e in una lingua mediorientale. Molto più importante il rinvenimento di un certificato medico recente che diagnosticava una "sindrome ansiosa depressiva" e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica. Biglietti e documenti che ora sono al vaglio degli inquirenti per cercare di avere un quadro più chiaro di quanto accaduto. Vista la nazionalità della vittima, i carabinieri di Trieste indagano anche attraverso servizi di cooperazione internazionale per uno scambio di informazioni. La procura intanto ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo ordinando l’acquisizione dei video delle telecamere che inquadrano la zona e che potrebbero dare finalmente una svolta all’intricato caso.

Cosa sappiamo sulle cause della morte: ipotesi suicidio

Come sia morto l’uomo però rimane un giallo. Lo stato del corpo, con mani e piedi legati e una benda a coprirgli quasi completamente il viso, aveva fatto pensare a un omicidio e addirittura a una tortura. In particolare erano stati notati tagli da trauma e un segno circolare in testa come una bruciatura che qualcuno ha indicato come una vendetta o un possibile avvertimento ad altri. Dopo il recupero del corpo da parte dei vigli del fuoco e l’esame del medio legale, però, i segni di tortura sono stati smentiti.

Probabilmente si trattava di segni precedenti o dovuti proprio alla morte per soffocamento. Inoltre le mani erano legate ma in maniera da consentire il movimento e vicino al guard rail sono stati trovati pezzi dello stesso scotch che è stato usato per legare la vittima. Infine la benda trovata sugli occhi dell'uomo era una camicia a maniche corte arrotolata. Tutti elementi che fanno ipotizzare il suicidio come ipotesi concreta in campo.

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