Il giallo dei due cacciatori morti in Trentino, “identificato” il proiettile che ha ucciso Lucietti
Proseguono le indagini dei carabinieri sulla morte di due cacciatori in Trentino, Massimiliano Lucietti e Maurizio Gionta. L’ultima novità sul caso è che il proiettile che ha ucciso il 24enne Lucietti è un calibro 270, compatibile con la carabina Winchester di Gionta.
È questo quanto hanno stabilito i carabinieri del Ris di Parma, incaricati dell'analisi balistica nell'ambito dell'inchiesta volta a capire cosa è accaduto nei boschi sopra Celledizzo, in Trentino.
A quanto si apprende, i militari del Raggruppamento investigazioni scientifiche non hanno ancora stabilito se a sparare contro Lucietti sia stata proprio l'arma di Gionta, l’ex forestale di 59 anni che ha trovato il corpo del giovane cacciatore nel bosco e 24 ore dopo si è tolto la vita lasciando un biglietto.
Si tratta di un proiettile diffuso tra i cacciatori, compatibile con una ventina di fucili che risultano regolarmente denunciati della zona. I carabinieri del Ris dovranno quindi ora capire se il proiettile è stato sparato dalla carabina di Gionta attraverso la caratteristica impronta lasciata dai fucili sui colpi esplosi.
I risultati balistici del Ris hanno intanto stabilito che Massimiliano Lucietti, giovane volontario dei vigili del fuoco, è stato colpito alla nuca. Sul giallo ancora tutto da risolvere dei due cacciatori la Procura di Trento ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti.
Gli inquirenti stanno cercando anche delle altre persone presenti in quel bosco della Val di Sole. Gionta quella mattina non era uscito da solo: si parla di un terzo uomo o forse un gruppo che potrebbe essere stato presente in quella zona quando è stato ucciso il più giovane dei due cacciatori.
Nel frattempo sono stati fissati i funerali dei due cacciatori: oggi 5 novembre, nella chiesa parrocchiale di Celledizzo, sarà dato l’ultimo saluto a Gionta. Domani previsto l’addio a Lucietti.