Il genetista della famiglia Poggi: “Unica impronta sconosciuta è sul cartone della pizza, il resto è noto”

"Ora abbiamo avuto rivalutazioni da parte di soggetti estranei, che sono a chilometri di distanza e che non hanno mai seguito questo caso. C'è chi invece come me segue il caso da 18 anni". A Fanpage.it il genetista della famiglia Poggi, Marzio Capra, esprime il suo disappunto (scientifico) sui nuovi accertamenti fatti sulle analisi del 2014 sulle unghie di Chiara. Ora la Procura di Pavia ha iscritto nuovamente (dopo una prima archiviazione nel 2017) Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, nel registro degli indagati, e ha chiesto al gip il via libera per un esame probatorio su reperti prelevati dal luogo dell'omicidio, ovvero la casa di Garlasco.
Dottore, lei si era occupato anche del caso di Yara Gambirasio. Anche nel caso di Chiara Poggi si parla di "Ignoti": scientificamente, cosa vogliono dire?
"Ignoto" è qualcuno non identificato quando si hanno profili genetici non attribuiti. Fino a quando non li identifichi, ma necessariamente devono essere i campioni prinicipi.
Perché nel caso di Chiara Poggi si parla di "Ignoti"?
Relativamente al dna non si può parlare di ignoti poiché tutte le tracce utili sono state attribuite. Pensare oggi di rivalutare dei profili genetici caratterizzati ieri, e già ritenuti non utili da chi proprio li ha ottenuti e controllati, sono delle "farneticazioni scientifiche" di colleghi che – pur non avendo mai visto direttamente nulla della scena del crimine, non avendo mai partecipato alle operazioni peritali eseguite e che quindi non hanno mai avuto a disposizione le carte – ritengono sulla base di loro scienza di indicare nuovi elementi.
Le uniche analisi sulle unghie di Chiara Poggi sono state effettuate prima dal Ris di Parma, nella fase delle indagini, e poi in perizia dal professore Francesco De Stefano nel suo laboratorio: chi meglio di lui sa i limiti che doveva porre per capire se un risultato era affidabile o meno. Chi è più titolato di lui a esporre queste cose? Ora ci troveremmo di fronte a rivalutazioni da parte di altri soggetti estranei alla vicenda, ossia che non hanno mai partecipato in concreto a nessuna attività, che quindi hanno seguito questo caso unicamente a chilometri di distanza e sulle carte che gli sono state messe a disposizione. Io posso fornire la mia opinione come l'unico professionista che ha seguito sempre direttamente il caso da 18 anni a questa parte.
Si torna a parlare di tracce e di dna. Cosa ne pensa?
Sentire ancora oggi che si discute circa le tracce di nicotina nei capelli di Chiara o delle tracce di cenere nel portacenere (ecc.) pur nella tragicità della vicenda francamente mi viene da ridere perché sono stati già test discussi e superati. Si parla ora di impronte non attribuite, quando di fatto le uniche impronte utili non attribuite sono state quelle rinvenute sui cartoni della pizza. Tutto quanto il resto di utile è stato attribuito (nulla è stato omesso o censurato). Abbiamo trovato – e quindi attribuito – anche l'impronta del falegname che aveva montato una porta mesi prima. Questo anche a dimostrazione che le impronte resistono al tempo e che se utili si possono attribuire.
Quali impronte c'erano sui cartoni della pizza?
Si tratta di due cartoni della pizza, presa la sera prima dell'omicidio da Alberto Stasi e Chiara Poggi. Ci sono impronte utili sia giuridicamente che dattiloscopicamente, ovvero sufficienti per essere usate per confronti. Al momento non sono state ancora attribuite: non appartengono ai pizzaioli, ma forse potrebbero appartenere al fattorino che ha consegnato i cartoni al pizzaiolo.
Che analisi verranno fatte nel possibile incidente probatorio, qualora il gip acconsentisse?
Francamente non lo so. Ho letto che gran parte dei reperti dovrebbero essere stati distrutti. Per certo molti oggetti di Stasi sono stati – dietro richiesta – riconsegnati a lui, e conseguentemente quelli di Chiara Poggi alla famiglia. Quindi i reperti oggi utilizzabili sono estremamente limitati. Per quanto riguarda la rivalutazione delle impronte evidenzio solo come le uniche particolarmente utili potrebbero essere quelle sul sangue, in quanto contestualizzabili con il crimine. Tutte le altre impronte potrebbero avere un'epoca di deposizione diversa, come per il falegname. Di fatto non sono state trovate impronte digitali di sangue nitide e tutte le tracce ematiche sono risultate riconducibili esclusivamente alla vittima. Poi non c'è nessun limite ad eventuali approfondimenti, se si vuole si può sempre fare di tutto e di più. Tanto in Italia andiamo avanti con tanti misteri per anni e anni.
Lei sente la famiglia Poggi? Siete stanchi?
Si siamo sempre in contatto. Siamo un po' delusi dal dovere ritornare sempre sulle solite cose. Ripeto non è in dubbio che gli scienziati devono poter esprimere le proprie valutazioni, tuttavia oggi ci troviamo di fronte a valutazioni che non indicano come sempre avviene che allora ci si è spinti un po' oltre. Questo lo capirei meglio perché la conoscenza e l'approfondimento ci insegnano la prudenza. Invece ci troviamo oggi di fronte a valutazioni che oltrepassano i limiti e quindi la prudenza che allora c'eravamo dati. Arriviamo quasi ad avere una sorta di onnipotenza, non rispetto a quello che possiamo fare ma rispetto a quello che è stato fatto allora. Mi sembra tutto un po' una forzatura. Se parliamo di valenza investigativa allora alzo le mani perché non è il mio campo ma se parliamo invece di dare un serio valore scientifico a tutto questo mi sembra un po' troppo. Ripeto, io c'ero sia ieri che oggi. Mentre chi si esprime oggi ieri non c'era e soprattutto non ha seguito e visto tutte le analisi.