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Matteo Messina Denaro

Il fratello di Agostino Catalano, ucciso insieme a Borsellino: “Ora Messina Denaro deve parlare”

Salvatore Catalano è il fratello di Agostino Catalano, agente ucciso nella strage di Via d’Amelio. Vive a Campobello di Mazara, luogo in cui sono stati trovati i covi di Matteo Messina Denaro. A Fanpage.it dice: “Pensare che camminasse qui, nelle strade vicino casa mia, mi fa restare sbalordito”.
A cura di Roberto Marrone
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Una foto di Agostino Catalano, agente morto nella strage di via d'Amelio
Una foto di Agostino Catalano, agente morto nella strage di via d'Amelio
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Salvatore Catalano abita a Campobello di Mazara, luogo in cui sono stati trovati i covi di Matteo Messina Denaro, dal 1992, anno della strage di Via d’Amelio che tolse la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta tra cui il fratello Agostino. Fanpage.it è stata ospite dentro casa sua e non appena entrati, ci ha fatto vedere alcune foto del fratello insieme alla targa d’onore rilasciata dalla Polizia, mentre era accerchiato dai nipotini.

“Aveva 42 anni quando la mafia tolse la vita al giudice Borsellino e quindi anche a lui. Questa cattura per noi è molto importante. Vogliono sminuire la vicenda, a volte anche chiedono di avere compassione perché era malato ma a noi non frega nulla, lo Stato ha vinto! Meglio dentro che fuori. Quando ho saputo della cattura ho gioito infinitamente, tra l’altro ieri era il compleanno di Borsellino e ho detto che sicuramente saranno tutti i martiri di mafia tra gli angeli a festeggiare come stiamo facendo noi”.

Salvatore Catalano
Salvatore Catalano

In questi giorni abbiamo spesso parlato del fatto che è tanto il silenzio a Campobello ma su questo Salvatore è molto deciso: “Non è possibile che si possa dire che noi siamo omertosi. La gente a Campobello è un po’ apatica, questo lo ammetto ma oltre a questo che dovrebbero fare?”.

Ciò che rende particolare questa storia, non è soltanto il fatto che quest’uomo sia il fratello di un agente di scorta ucciso per mafia, ma che abiti nella stessa città in cui Matteo Messina Denaro abitava fino al giorno dell’arresto.

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Difatti l’abitazione di Salvatore Catalano si trova a circa 500 metri dal primo covo mentre a pochissimi passi dal terzo covo scoperto ieri sera. "Pensare che Matteo Messina Denaro camminasse qui, nelle strade vicino casa mia, anche se io non mi dedico molto al paese, mi fa restare sbalordito. La rabbia che ho è non sapere che fosse qui, affianco a me, nelle stesse strade che frequento io. Dicono che i veri boss stanno sempre sul territorio ma mai avrei pensato una cosa simile anche perché frequento molto spesso il negozio di prodotti per la casa che c’è sotto casa sua dove ho saputo si recasse anche lui".

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Alcune persone che conoscevano Matteo Messina Denaro prima della latitanza dicono di ricordarselo una brava persona e che a Campobello non era il boss che tutti dipingono. Ma subito Salvatore è chiaro: “Loro parlano in seconda persona, io in prima persona dico che si devono vergognare se pensano una cosa del genere perché noi familiari piangiamo ancora le nostre vittime di mafia”.

È pur vero che anche lui stesso ci fa capire come pensi sempre in positivo e che se avesse incontrato e riconosciuto il boss lo avrebbe subito denunciato ed è certo che anche i suoi concittadini lo avrebbero fatto.

Tra i ringraziamenti che Salvatore fa, alle forze dell’ordine e a chi sta curando la complicata indagine, c’è quello rivolto al procuratore De Lucia “certo che avrà la forza e le parole giuste affinché possa far liberare di un peso Matteo Messina Denaro”.

Alla fine della conversazione con Fanpage.it un solo appello fermo e netto è rivolto al boss di Cosa Nostra: “Devi semplicemente parlare! Sicuramente non dirà cose eclatanti ma quanto meno vogliamo sapere cosa accadde quel 19 luglio e quel 23 maggio 1992”.

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