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Unicef su Io Capitano di Garrone: “Film importante, i migranti vogliono salvarsi, non invadere”

Andra Iacomini, portavoce di Unicef Italia, commenta a Fanpage.it il film “Io capitano” di Matteo Garrone: “Quando il cinema si mette al servizio dei grandi eventi della storia ha una funzione straordinaria. Dispiace, però, che sia troppo tardi: sono 10 anni che noi denunciamo bambini morti in mare, abbiamo dovuto aspettare troppo per renderci conto di tutto questo”.
A cura di Ida Artiaco
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"È bello che il cinema oggi sostenga la narrazione che per anni è stata fatta in maniera sbagliata o non è stata fatta di un fenomeno, quello dei migranti, così importante. Ma permettetemi di dire che è troppo tardi per tutto questo". A parlare è Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia, che a Fanpage.it ha così commentato Io Capitano, l'ultimo film di Matteo Garrone premiato col Leone d'argento per la miglior regia alla 80esima Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Al centro della pellicola, che tratta del fenomeno migratorio dall'Africa all'Europa, c'è la storia di due cugini, Seydou e Moussa con il sogno di raggiungere l'Occidente. Un viaggio che i due intraprenderanno, ma che non sarà assolutamente come lo avevano immaginato.

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"Per anni è stata fatta una narrazione sbagliata su un fenomeno così importante alle cui radici c’è non la volontà di invasione ma la necessità lecita di fuggire da condizioni di vulnerabilità, violenza e la voglia di migliorarsi e di cambiare vita", ha spiegato Iacomini, aggiungendo che "il cinema – e un grande regista come Garrone – può aiutare tantissimo e anzi diventa veicolo enorme per invertire proprio questa narrazione che forse oggi ha creato tutti gli stereotipi e le difficoltà che abbiamo nell’approcciarci a questo tema".

Ma, per il portavoce Unicef, è tardi. "Sono 10 anni che noi denunciamo bambini morti in mare, abbiamo dovuto aspettare troppo per renderci conto di tutto questo. Ma gli occhi li apriamo solo dopo che 7mila e più persone sbarcano a Lampedusa, quando i corpi di 35 bambini vengono trovati senza vita sulla spiaggia di Cutro. E non prima di Aylan, il bimbo trovato senza vita su una spiaggia turca. E nemmeno quando i dati parlano di quasi 300 minori morti affogati fino a giugno, di cui 11 a settimana o quando contiamo circa 2mila bambini morti in mare in 10 anni. Tutto questo è intollerabile".

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Iacomini ha concluso specificando che "il film di Garrone ci aiuta: quando il cinema si mette al servizio dei grandi eventi della storia ha una funzione straordinaria. Dispiace che avvenga 10 anni dopo. Noi fummo completamente snobbati quando presentammo per la prima volta il problema. Agli italiani dobbiamo dare gli strumenti per capire questi fenomeni, che hanno anche una loro dimensione politica su cui non entro. Speriamo che ogni anno ci sia un film così".

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