Il figlio di Giampaolo Amato, condannato all’ergastolo per aver ucciso moglie e suocera: “Papà è innocente”
"Mio papà è un uomo colpevole, sì, ma unicamente di aver gestito nel peggiore dei modi una relazione extraconiugale, e di aver fatto soffrire incredibilmente me, mia sorella e mia mamma". Con una lettera affidata ai social, parla per la prima volta Nicola Amato, figlio di Giampaolo, l'ex medico della Virtus Bologna, professionista molto conosciuto in città, condannato in primo grado all'ergastolo per aver causato la morte della moglie, Isabella Linsalata, ginecologa di 62 anni, e della suocera, Giulia Tateo, 85 anni, entrambe, secondo l’accusa, uccise da un mix di benzodiazepine e anestetico.
"Ora basta", esordisce il ragazzo. "Sono stato in silenzio per troppo tempo e sono arrivato al limite. Continuo a leggere articoli e sentire interviste di persone che si sono rese protagoniste in maniera esclusiva della nostra storia. Ma i racconti e i fatti riportati sono spesso molto diversi da quelli che ho vissuto", spiega. Il riferimento è alla zia Anna Maria Linsalata, sorella di Isabella, che ha testimoniato contro il cognato.
La donna e alcune delle sue amiche più strette erano venute a conoscenza dei racconti della vittima riguardo alle tisane che il marito le preparava ogni sera. Isabella le trovava molto amare e sospettava che potessero contenere sedativi, un sospetto che venne poi confermato dalle analisi delle urine fatte nel 2021, che rilevarono un livello elevato di benzodiazepine.
Per Nicola, avrebbe tenuto il cognato e la sorella "all’oscuro" delle indagini che andavano avanti, "dissimulando a ogni domanda che le veniva fatta, portando avanti la sua accusa contro nostro padre dalle retrovie". E invece: "Aveva diritto di farlo, tuttavia interviste e tutto ciò che ne è seguito non trovano giustificazione e sono l’esatto contrario di quanto nostra mamma avrebbe voluto a protezione della sua famiglia".
"Da due anni e mezzo abbiamo perso una zia e alcune amiche di nostra mamma, per loro scelta. Ci hanno fatto soffrire, ci hanno mentito per mesi, e ci siamo sentiti traditi, ma non auguriamo loro nulla di quello che stiamo passando noi".
E ancora: "Mia zia, dopo tutto quello che ha ottenuto dalla mia famiglia in vita sua, ha chiesto risarcimenti economici folli a mio papà, pur avendo piena consapevolezza che quelle richieste andrebbero unicamente a danneggiare il futuro dei ‘suoi nipoti', figli di sua sorella".
Isabella Linsalata venne trovata senza vita in casa il 31 ottobre 2021, circa tre settimane dopo la morte della madre. Inizialmente, entrambe le morti furono attribuite a cause naturali, ma successivamente alcuni particolari sospetti e alcune confidenze fatte dalla 62enne alla sorella indussero quest'ultima a richiedere un'indagine più approfondita, che portò all'arresto del padre e poi alla condanna.
Ma per i figli, tuttavia, il padre è innocente: "Io e mia sorella non lo lasceremo in carcere per tutta la vita. Tra le sue parole, i suoi sguardi e le sue lacrime, da cui negli ultimi anni siamo sempre riusciti a discernere la verità dalla menzogna, riconosciamo l’innocenza di un uomo che vede la sua vita sfumare davanti agli occhi".