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Il fidanzato di Sofia Stefani, l’ex vigilessa uccisa ad Anzola: “Ho bisogno di tempo, è tutto difficile”

Parla il fidanzato di Sofia Stefani, l’ex vigilessa 33enne uccisa dal collega Giampiero Gualandi ad Anzola: “Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo per rimettere insieme tutto perché, per la vita normale di persone normali, è davvero tutto troppo complicato da sopportare”.
A cura di Ida Artiaco
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A sinistra, l'ex vigilessa Sofia Stefani, 33 anni
A sinistra, l'ex vigilessa Sofia Stefani, 33 anni

"Ho bisogno di prendermi un po’ di tempo per rimettere insieme tutto perché, per la vita normale di persone normali, è davvero tutto troppo complicato da sopportare. Tutto troppo difficile". A parlare è il fidanzato di Sofia Stefani, l'ex vigilessa 33enne uccisa nella sede del comando intercomunale della polizia municipale di Anzola-Sala Bolognese, in piazza Giovanni XXIII ad Anzola con un colpo di pistola dall'ex comandante Giampiero Gualandi.

La vittima e l'ex collega 63enne, che ha parlato di un incidente ma che risulta indagato per omicidio volontario aggravato da futili motivi e da un legame sentimentale, avevano una relazione. Stando a quanto ricostruito, lui, sposato, voleva tirarsi indietro mentre lei è probabile che stesse insistendo per il contrario.

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La ragazza da anni era fidanzata e il compagno è stato tra i primi a essere sentito subito dopo la tragedia. Ma, come riporta il Corriere della Sera, ha preferito non commentare con la stampa quanto successo, anche perché ci sono indagini in corso, ma ha solo fatto sapere di aver bisogno di tempo perché "devo ricostruire un po’ di equilibrio nella mia vita, devo ricostruire un po’ tutti i pezzi. Ora credo di dover investire sui miei ricordi e sul ricostruire la vita. E chiedo di poter essere compreso nella necessità di non dire altro".

Sotto choc anche i genitori della 33enne. Il legale che li rappresenta, Andrea Speranzoni, nominato sabato mattina, ha dichiarato che "siamo di fronte a un grave caso di omicidio che ha portato via ai suoi cari e a tutta la comunità una giovane vita che guardava al mondo con fiducia e speranza e che ha trovato la morte in un luogo che per sua natura dovrebbe essere sicuro. Ora i familiari sono distrutti ma anche consapevoli della necessità di andare fino in fondo nel raggiungimento di verità e giustizia", aggiungendo che "le indagini preliminari naturalmente ora continueranno e i genitori della vittima desiderano far sapere mio tramite che perseguiranno con determinazione il percorso di giustizia che Sofia merita".

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