Il fidanzato di Saman: “Si era già opposta a un altro matrimonio 2 anni fa. Mi diceva di avere paura”
Proseguono le attività di ricerca sul posto di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane scomparsa a Novellara, Reggio Emilia. E nel frattempo emergono nuovi dettagli sulle sorti della giovane, di cui si sono perse le tracce da oltre un mese, che si teme possa essere stata uccisa dalla famiglia perché rifiutava un matrimonio combinato. "Già due anni fa, Saman si era opposta a un primo matrimonio combinato dal padre. Voleva denunciarlo allora" ma non lo fece. A dirlo è stato il fidanzato di Saman, sentito dagli inquirenti, come riporta il Corriere della Sera. Il ragazzo, connazionale della ragazza, aveva conosciuto Saman sui social, nel 2019. La loro relazione era andata sopratutto online, ma i contatti erano costanti. La ragazza gli avrebbe raccontato che, nella casa di famiglia, viveva da reclusa, "senza nemmeno poter uscire per andare a fare la spesa". La 18enne diceva spesso di "aver paura", aggiunge il giovane. Lui stesso sarebbe stato minacciato dal padre della giovane scomparsa, Shabbar, 46 anni. Non direttamente, ma con delle frasi riportategli da Saman, "terrorizzata dal padre".
Uccisa dalla famiglia, ipotesi più accreditata
La 18enne era ritornata a casa l′11 aprile dalla comunità protetta di Bologna dov'era ospite dopo aver detto no al matrimonio combinato col cugino. Forse per prendere le sue cose e andare via liberamente. A questo punto, la famiglia Abbas – secondo gli inquirenti – per evitare il “disonore”, avrebbe deciso di ucciderla. In un video al vaglio della procura si vede la ragazza uscire di casa con uno zaino in spalla, muovendosi verso il retro dell’abitazione insieme ai genitori. Qui, secondo la pista che segue la magistratura, sarebbe stata consegnata all’esecutore materiale dell’omicidio, suo zio.
Proseguono le ricerche di Saman
Tra oggi e i primi giorni della prossima settimana continueranno le operazioni attraverso il sondaggio del terreno con carotaggi in preparazione del successivo intervento delle unità cinofile. La settimana prossima sarà impiegata la tecnologia dell’elettromagnetometro per una più approfondita scansione del sottosuolo. La speranza è che questo strumento possa superare le difficoltà incontrate con l’impiego degli altri dispositivi a causa della composizione chimica del terreno.