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News sulla morte di Pamela Mastropietro

Il dolore della mamma di Pamela, fatta a pezzi a 18 anni: “Spero di vederli soffrire”

Innocent Oseghale, 29enne nigeriano, è in stato di fermo per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la 18enne il cui cadavere fatto a pezzi è stato trovato in due valigie nelle campagne di Pollenza. Ris ancora a lavoro a casa dell’uomo, dove sono stati trovati i vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche.
A cura di Susanna Picone
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“Spero e prego che giustizia sia fatta! Quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte!…ti amo Pamela”. Queste le parole, affidate a un post su Facebook, di Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di diciotto anni uccisa e sezionata e il cui cadavere è stato trovato mercoledì mattina in due valigie nelle campagne di Pollenza, nella provincia di Macerata. Ieri sera la donna si era messa in viaggio da Roma con la fragile speranza che quella fatta a pezzi non fosse sua figlia. Questa mattina il triste compito del riconoscimento del cadavere. La donna, minuta ed esile, è rimasta poco più di mezz’ora nell'obitorio di Macerata e poi è stata accompagnata nella caserma dei carabinieri per sbrigare alcune formalità. Era stata lei a denunciare la scomparsa di sua figlia dalla comunità di recupero “Pars” di Corridonia, dove la diciottenne era ospite da ottobre.

"Siamo distrutti, spero che si arrivi presto ad assicurare alla giustizia l'autore o gli autori di questa tremendo delitto: sono bestie feroci", hanno affermano poi, per bocca del loro legale, l'avvocato Marco Valerio Verni, la madre e i parenti di Pamela Mastropietro. "I familiari della ragazza sperano che il lavoro degli inquirenti, dei carabinieri, possa accertare tutte le responsabilità e assicurare alla giustizia l'autore o gli autori" ha aggiunto il penalista, concludendo: "Pamela era una ragazza piena di sogni e questa fine tragica e inaspettata ci lascia distrutti".

Giovane nigeriano fermato per l’omicidio

Un nigeriano di 29 anni con permesso di soggiorno scaduto e precedenti per droga è in stato di fermo per omicidio. Si chiama Innocent Oseghale: l’uomo è stato interrogato durante la notte in presenza del suo legale e di un interprete e poi dichiarato in stato di fermo, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il giovane è stato individuato grazie alle immagini delle telecamere di sicurezza: sarebbe l’ultima persona ad aver avuto contatti con la vittima. Oseghale ha negato di aver ucciso Pamela ma sono diversi gli elementi contro di lui. Nella sua abitazione i carabinieri del Ris hanno trovato i vestiti della vittima sporchi di sangue e altre tracce ematiche. Hanno anche trovato uno scontrino di una farmacia poco distante dove la vittima aveva acquistato una siringa. Ad inchiodarlo inoltre c’è la testimonianza resa volontariamente da un cittadino straniero, estraneo ai fatti, prima alla polizia e poi ai carabinieri, che ha detto di avere visto il nigeriano nella tarda serata del 30 gennaio in possesso di due valigie nei pressi del luogo dove i bagagli sono stati gettati.

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Ris al lavoro in casa del nigeriano: non escluso coinvolgimento di altre persone

Per tutta la giornata proseguiranno gli accertamenti di natura tecnico-scientifica del Ris nell'appartamento in via Spalato 124 a Macerata dove Pamela Mastropietro sarebbe stata uccisa e sezionata. In quell'appartamento in cui vive Innocent Oseghale sono stati trovati i vestiti insanguinati della vittima e tracce ematiche. I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Macerata ritengono che proprio in quella casa la ragazza sia morta, forse per overdose oppure uccisa, e soprattutto che lì sarebbe stata fatta a pezzi con strumenti da taglio o meccanici, ma non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori provenienti dall'abitazione. All’Ansa il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata Michele Roberti ha detto che le indagini sul caso non sono finite. “Al momento ci sono elementi per il fermo di una sola persona, ma non escludiamo che possano emergere spunti di indagine sull'eventuale coinvolgimento di altre persone”.

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