Il dolore della mamma di Nicolò, il bimbo morto soffocato dal tappo. “Come potrò vivere senza di lui?”
Si sono svolti ieri pomeriggio, 19 gennaio, i funerali del piccolo Nicolò Pugliese, il bimbo di 15 mesi morto due giorni a Fasano soffocato dal tappo in gomma di una soluzione fisiologica che doveva essere utilizzata per l’aerosol al piccolino, reduce da una sindrome influenzale. Molte le persone arrivate nella chiesa della Salette, nel comune in provincia di Brindisi, per dare l'ultimo saluto al bimbo e dire qualche parola di conforto per i genitori, devastati dal dolore di una perdita così inspiegabile.
"Cosa ho fatto di male nella vita per sopportare questo? Come potrò vivere senza il mio bambino", le parole della mamma di Nicolò.
Un’intera comunità si è stretta attorno alla famiglia che ha ricevuto anche il cordoglio delle istituzioni militari e politiche locali. Il funerale di Nicolò è stato contraddistinto dal bianco: bianca era la bara, bianchi i fiori, bianchi i palloncini portati dai giovanissimi della scuola calcio Bs Soccer Team.
"La vita continua nonostante questo momento in cui ci sentiamo un po’ tutti sospesi – ha sottolineato il parroco celebrante, don Vito Palmisano -. Il dolore è ancora più grande quando si perde un germoglio in cui ci sono tutte le potenzialità del futuro".
Straziante anche il saluto finale delle operatrici del nido frequentato dal bambino e amica dei genitori. "Nicolò, piccolo bimbo, cos’hai combinato – ha detto tra le lacrime -? Siamo qui per darti l’ultimo nessuno ma nessuno di noi crede che sia realmente così. Ci ha proiettato in una dimensione che non è e che non potrà essere reale. Tu sei il nostro piccolo bimbo, noi ti amiamo tanto. Abbiamo colto la tua vita come il dono e la felicità più grande".
Intanto i carabinieri della locale Compagnia hanno avviato le indagini e ricostruito l’accaduto ma si è trattato di un tragico incidente. Secondo la ricostruzioni, Nicolò si trovava sul fasciatoio quando ha preso tra le mani il tappo e l'ha ingoiato. Era solo, si è trattato di un istante. Dopo poco il papà si è accorto che il figlioletto non respirava più e si è subito attivato con manovre di disostruzione. Poi l’intervento del 118 ma era già tardi.