video suggerito
video suggerito
Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

“Il Dna è di Andrea Sempio”: per il delitto di Garlasco al lavoro anche il superconsulente del caso Yara

Sulle nuove indagini sul delitto di Garlasco parla Carlo Previderé, il genetista dell’Università di Pavia che fece da superconsulente anche nel caso di Yara Gambirasio: “Il Dna è di Andrea Sempio. Uno dei cinque aplotipi repertati risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali di Chiara Poggi”.
A cura di Ida Artiaco
501 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Apparterebbero quasi certamente ad Andrea Sempio le tracce di Dna ricavato dal materiale biologico intorno alle unghie di Chiara Poggi. Ne è convinto Carlo Previderé, il genetista dell'Università di Pavia che fece da superconsulente nel caso di Yara Gambirasio, quando si cercava di dare un nome e un volto ad Ignoto 1, e ora nel team delle analisi che hanno portato la Procura di Pavia a riaprire il caso del delitto di Garlasco.

Nei giorni scorsi era infatti arrivata la notizia che Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, uccisa a 26 anni nel 2007 nella sua casa a Garlasco, è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso in omicidio. L'uomo, oggi 37 anni, era già stato indagato una decina di anni fa e la sua posizione venne poi archiviata nel 2017, mentre per il delitto è stato nel frattempo condannato in via definitiva Alberto Stasi, ex fidanzato della vittima, che sta scontando la sua condanna a 16 anni di reclusione.

Secondo le analisi condotte da Previderè in realtà si escluderebbe che il Dna appartenga a Stasi. Secondo la super consulenza chiesta dalla procura di Pavia a fine 2023, come riportano il Corriere della Sera e La Stampa, "le tracce di Dna maschile repertate nelle unghie della vittima sono utilizzabili per la comparazione genetica". Previderè è inoltre convinto che "uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima".

Proprio questi risultati hanno portato l’aggiunto Stefano Civardi e la pm Valentina De Stefano a chiedere al gip di riaprire il fascicolo su Sempio, che ieri si è presentato in caserma a Milano per sottoporsi al test del Dna disposto in modo coattivo dalla Procura dopo che una settimana prima il 37enne si era rifiutato. Per l'avvocato difensore di Sempio, Massimo Lovati, "nel 2017 l'indagine che è stata effettuata era frutto di una macchinazione della difesa. Andrea non si è sottoposto volontariamente al test perché volevamo ci fosse un'ordinanza del Gip, di una persona terza". Alla domanda relativa alla correttezza di un nuovo esame dei reperti, Lovati ha risposto lapidario. "Quali reperti? A cosa vogliamo paragonare le prove di allora, a quelle di oggi? Non si può fare".

Tra questi reperti da analizzare a 18 anni di distanza dall'omicidio di Chiara Poggi, ci sono anche i mozziconi di sigaretta trovati in un posacenere della villetta di Garlasco in cui avvenne l'omicidio, il 13 agosto del 2007. La vittima non fumava ma nessuno analizzò mai quelle cicche che pure erano state fotografate dalla Rilievi. Da chiarire anche la posizione di Sempio rispetto al famoso scontrino di un parcheggio a Vigevano dove sarebbe andato la mattina del delitto per andare in una libreria e che avrebbe conservato per un anno e che ha rappresentato l'alibi dell'uomo.

501 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views