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Omicidio Altavilla Milicia a Palermo

“Il diavolo sta mangiando la mia famiglia, ho paura”: i messaggi di Kevin, ucciso ad Altavilla Milicia

I messaggi che Kevin Barreca, il più grande dei figli uccisi dal padre ad Altavilla Milicia, inviava a un amico nei giorni precedenti la strage familiare: parlava di demoni, dei “fratelli di dio”, diceva che aveva paura.
A cura di Susanna Picone
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Giovanni Barreca e Antonella Salamone
Giovanni Barreca e Antonella Salamone
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A una settimana dalla scoperta della strage familiare di Altavilla Milicia continuano ad emergere dettagli inquietanti di quanto accaduto nella villetta di Giovanni Barreca nei giorni precedenti alla telefonata dell’uomo ai carabinieri e al ritrovamento dei corpi delle vittime, Antonella Salamone e i suoi figli Kevin ed Emanuel.

Mentre l’altra figlia 17enne, coinvolta nelle torture e negli omicidi, ha iniziato a raccontare cosa hanno fatto il padre, la coppia di amici e lei stessa a madre e fratelli, altre informazioni arrivano anche dai messaggi che una delle vittime, il ragazzo più grande, inviava in quelle ore.

È Kevin Barreca, ucciso insieme alla madre e al fratellino, a parlare di esorcismi a un amico.

Cosa scriveva Kevin Barreca a un amico: i demoni e i fratelli di dio

"Te la faccio in breve: nella mia famiglia ultimamente sono successe cose strane e c'entra il mondo spirituale e ora sono venuti due fratelli di dio e stanno liberando a mia madre e mio fratello che hanno dei demoni molto maligni addosso, la mia famiglia si sta distruggendo per colpa della mia indifferenza io scappo sempre da casa mia per stare con voi e svagarmi perché io in questa casa non sento pace". La chat in cui il ragazzo scriveva di demoni ed esorcismi risale alla tarda mattinata del 4 febbraio, una settimana prima del ritrovamento dei cadaveri.

Raccontava che in casa si svolgevano "riti di purificazione". E scriveva ancora: "Per colpa di questo atteggiamento il diavolo si sta mangiando la mia famiglia". "So che può sembrare strano – proseguiva – Ma ti assicuro che è tutto vero…Ieri mio fratello e mia madre erano posseduti e dicevano cose spaventosissime. Un bambino di 5 anni che ti dice che il demone che ha dentro è venuto in questa famiglia per distruggerci ed ucciderci uno ad uno. Come te lo spieghi?". "Io sono spaventato, non sai che bordello c'è stato ieri notte a casa mia. – raccontava ancora all’amico – So che non sei credente e che ste cose per te hanno semplici spiegazioni logiche, ma ti assicuro che tutto quello che sto vivendo non ha senso e ho paura di quello che non so controllare".

Quello che è successo dopo questi messaggi è ormai noto: il ragazzo, il fratellino di 5 anni e sua madre sono stati torturati e uccisi in quella villetta. Torture confermate dalla sorella 17enne e anche dai risultati delle autopsie.

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La telefonata di Giovanni Barreca al 112

È l'1.30 di domenica 11 febbraio quando al centralino del 112 arriva la telefonata del padre e marito delle vittime, Giovanni Barreca, che tra farneticazioni religiose confessa i tre omicidi: "Mi devo consegnare. Anche se vi dico perché non ci credete. Quando uno vuole fare la volontà di dio gli spiriti si ribellano. Mia moglie era posseduta. In pratica è morta mia moglie. I demoni mi stanno mangiando pure a me. C'ho mio figlio, ho due morti e una l'ho lasciata lì".

A poche ore da questa telefonata i carabinieri coordinati dalla procura di Termini Imerese hanno fermato l’uomo e una coppia di palermitani considerati gli ispiratori del massacro, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Poi giorni dopo è arrivata la notizia del coinvolgimento e del fermo anche della figlia sopravvissuta.

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