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Daniele De Santis ed Eleonora Manta uccisi a Lecce

Il diario del killer di Lecce: “Voglio fare a pezzi qualcuno, uccidere una donna e Daniele”

“Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino, ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere”: lo scriveva nel suo diario Antonio De Marco, l’assassino dei fidanzati Daniele De Santis e Eleonora Manta. E ancora: “Potrò uccidere Daniele, mi piacerebbe una donna per prima”.
A cura di Susanna Picone
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Un diario nel quale progettava di compiere delitti. È quello che scriveva Antonio De Marco, l'assassino della coppia di fidanzati Daniele De Santis e Eleonora Manta, diario che è stato ritrovato dopo il duplice delitto di Lecce e che nei giorni scorsi è stato consegnato agli inquirenti. Il 7 agosto scorso De Marco scriveva: "Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino, ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza". Poche settimane dopo, il 21 settembre, lo studente 21enne di Casarano ne ha compiuto due di omicidi, uccidendo a coltellate Daniele De Santis ed Eleonora Manta nella casa di Lecce in cui i due giovani fidanzati si erano appena trasferiti.

Il diario di De Marco: "Motivi per cui non siamo normali"

Il diario di De Marco comincia con una frase scritta in stampatello con la penna rossa: "Motivi per cui noi non siamo normali". Poi un elenco a seguire: "Parlare sempre al plurale; la bestia che sento dentro quando piango; il rifiuto dei 18 anni". Messi nero su bianco anche vari riferimenti alla sofferenza dopo l'intervento chirurgico alla colonna vertebrale che aveva subito: "Il fatto di aver voluto morire sotto i ferri (e non solo)". Dalle pagine del diario emerge poi il dolore del killer di non essere amato, di essere stato rifiutato da una compagna di corso: "Ogni giorno che passa sembra che divento sempre meno amato, ma che ci posso fare? Non è colpa mia se nessuna mi ama!". Un malessere che lo avrebbe spinto a decidere di uccidere due ragazzi che, invece, si amavano ed erano felici.

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