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Il corpo trasportato in valigia, le telecamere e la confessione: cosa sappiamo dell’omicidio di Genova

La ricostruzione dell’omicidio del 19enne Mahmoud Abdalla e dello smembramento del suo cadavere tra Genova e Chiavari di cui sono accusati i due datori Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel e Mohamed Ali Abdelghani.
A cura di Antonio Palma
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Una serrata attività di indagine condotta attraverso una analisi minuziosa delle telecamere di sorveglianza tra Genova e Chiavari ma anche un esame di tutti i tabulati telefonici di vittima e presunti killer, così gli inquirenti sono arrivati a incastrare i presunti responsabili dell'omicidio del 19enne Mahmoud Abdallae dello smembramento del suo cadavere: i due datori Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel, 26enne conosciuto come ‘Bob', e Mohamed Ali Abdelghani, 27enne conosciuto come ‘Tito'. “Una ricostruzione confermata in pieno dalle dichiarazioni che hanno reso i due soggetti in interrogatorio” hanno confermato fonti investigative a Fanpage.it.

Per ricostruire l’intera vicenda gli inquirenti infatti hanno acquisito le telecamere di videosorveglianza del quartiere di Sestri Ponente a Genova, dove sarebbe avvenuto il delitto, e di Chiavari dove i due presunti assassini avrebbero poi trasportato il corpo in taxi, nascosto in una pesante valigia, al fine di farlo sparire gettandolo alla foce del fiume Entella. Proprio i video infatti hanno convinto i due a ritrattare le loro precedenti dichiarazioni, confessando quanto invece accaduto nella abitazione di via Vado a Sestri Ponente tra domenica 23 e lunedì 24 luglio.

L'omicidio di Mahmoud Abdalla a Genova

Secondo quanto ricostruito, infatti, proprio qui, nel retro di uno dei negozi di barbiere gestiti dai due cittadini egiziani, “Bob” e “Tito” avrebbero dato appuntamento al loro dipendente per discutere della sua decisione di lasciare il precedente impiego nel loro negozio per trovare un altro impiego in un altro negozio di barbiere gestito da un nordafricano. Secondo gli inquirenti, i due avevano già cercato in precedenza di convincere il giovane a desistere e addirittura avevano telefonato al futuro datore di lavoro del 19enne per convincerlo a non assumere Mahmoud Abdalla.

Nell’alloggio genovese domenica pomeriggio sarebbe nata una discussone durante la quale la vittima è stata raggiunta da tre fendenti al petto, uno dei quali diretto al cuore che lo ha ucciso. Le immagini infatti riprendono il 19enne entrare ma mai più uscire da quel palazzo. Dall’alloggio invece escono i suoi datori di lavoro con due valige, una del tutto simile a quella con la quale era entrato il 19enne e che presumibilmente conteneva i suoi effetti, l’altra molto più grande e pesante con dentro il corpo della vittima.

Il viaggio in taxi fino a Chiavari

Come ricostruito dagli inquirenti, a questo punto, intorno alle 18.30 di domenica, i due si fanno accompagnare da un taxi fino a Chiavari caricando le due valige nel bagagliaio. Come scrivono i giudici, una delle inquadrature “consente di osservare dall’alto il lunotto posteriore del veicolo, dal quale s’intravedono due valigie riposte nel bagagliaio, una delle quali simile a quella precedentemente vista in mano alla vittima a Genova”.

Un’altra telecamera, che riprende l’ingresso posteriore della barberia dei due indagati a Chiavari, ha immortalato invece il momento i cui i due arrivano nell’edificio nella loro disponibilità nel retro del negozio e scaricano le valige prima di uscire di nuovo a notte fonda con la stessa valigia pesante sulle spalle.

La valigia col cadavere trasportata sulle spalle in piena notte

Sono le 3:07 del mattino quando la video sorveglianza immortala la valigia scura di grandi dimensioni, portata sollevata e caricata sulle spalle. “Dalla posizione si evince che esso è molto pesante e non viene ragionevolmente trascinato con l'ausilio delle sue ruote per non fare rumore" scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di fermo. Le telecamere seguono i due fino alla pista ciclabile lungo la sponda destra del fiume Entella poi, non essendoci più telecamere, i due scompaiono per ricomparire dopo 49 minuti.

In questo lasso di tempo, secondo gli inquirenti, avrebbero mozzato mani e testa alla vittima gettando poi il corpo tra il fiume e il mare. Dal punto dell'ultima ripresa al luogo dove è stata trovata la prima mano mozzata infatti c'è una distanza di circa 160 metri. Al ritorno nella barberia i due riportano la valigia, sempre sollevata per limitare i rumori ma con un solo braccio a dimostrazione che non è più pesante. Un tragitto confermato anche dall’aggancio delle varie celle telefoniche lungo il percorso e da alcuni testimoni come il tassista.

Cosa hanno confessato i due egiziani

Messi di fronte prove schiaccianti, i due hanno confessato il delitto dando però versioni differenti. "Bob" ha dichiarato che "Tito" aveva litigato con Abdalla e gli avrebbe quindi inferto varie coltellate arrivando infine a minacciare anche lui per indurlo a non dire nulla e costringerlo ad aiutarlo per portare via il corpo, che sarebbe stato poi mutilato sulla spiaggia. “Tito” invece ha raccontato che Abdalla avrebbe litigato con “Bob” e che la vittima li avrebbe minacciati e lui lo avrebbe colpito con un fendente. Entrambi infine si addebitano reciprocamente le operazioni di taglio del cadavere alla foce dell’Entella.

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