Il coronavirus portato fuori dalla Cina da 34 soggetti “invisibili”
A diffondere il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) al di fuori della Cina sarebbero stati 34 soggetti “invisibili”. Si tratta verosimilmente di persone asintomatiche sfuggite alle maglie dei controlli, oppure di soggetti allontanatisi dal Paese asiatico prima che Pechino mettesse in atto le misure draconiane per contenere la diffusione del patogeno. Queste poche decine di persone sarebbero alla base dei focolai epidemici spuntati in decine di Paesi, compreso quello nel Lodigiano in Italia, determinando una penetrazione del virus praticamente globale e quasi fuori controllo. Non a caso l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si starebbe preparando all'annuncio della pandemia, con tutto ciò che ne consegue in termini di minimizzazione dei rischi. Con lo “stato pandemico”, infatti, l'obiettivo non sarà più quello di contenere il virus, ma di ridurre il più possibile l'impatto sui sistemi sanitari, per evitare che vengano travolti da un fiume in piena di pazienti in gravi condizioni. Basti pensare che il 10 percento delle persone colpite dalla COVID-19 (l'infezione scaturita dal virus) richiede la terapia intensiva.
A stimare che a diffondere il coronavirus SARS-CoV-2 fuori dalla Cina siano state 34 persone è stato un team di ricerca dell'Università Fudan di Shanghai, che ha messo a punto un peculiare modello matematico basato sui dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. In parole semplici, gli scienziati coordinati dai professori Yi Li e Meng Liang hanno raccolto le informazioni sulle diagnosi extra-cinesi di COVID-19 tra il 21 gennaio e il 28 febbraio 2020, e dandole “in pasto” al loro modello sono giunti alla conclusione che i numeri attuali dell'epidemia possono essere spiegati proprio dalla “fuga” di 34 soggetti, che molto probabilmente non sapevano nemmeno di essere stati colpiti dal coronavirus.
Uno dei dati più interessanti emersi dal lavoro dei ricercatori asiatici risiede nella tendenza globale della diffusione del patogeno, che è stata definita “approssimativamente esponenziale”. I casi di COVID-19, infatti, aumentano di ben dieci volte ogni 19 giorni. L'estrema contagiosità e l'aggressività del virus sono alla base del probabile, imminente annuncio di pandemia da parte dell'OMS.
In base alla mappa interattiva del contagio, nel momento in cui stiamo scrivendo sono stati registrati oltre 10.330 casi di COVID-19, con un totale 3.404 vittime. Il Paese più colpito resta quello d'origine, la Cina, dove il coronavirus ha infettato oltre 80mila persone, principalmente nella provincia dello Hubei, dove si trova Wuhan, la città-epicentro dell'epidemia. Al secondo posto per numero di contagi si trova la Corea del Sud, con 6.500 contagi e 42 morti; al terzo c'è l'Iran, con 4.747 casi e 124 morti. L'Italia è al quarto posto per diagnosi di COVID-19, 3.858, ma è al secondo per numero di decessi, 148. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di persone anziane con più patologie pregresse (comorbilità). I dettagli sullo studio dell'Università di Fudan, che deve essere ancora sottoposto a revisione paritaria, sono stati pubblicati sul database online MedrXiv.