Il coraggio di Chérif Traorè: “Non volevo dire a nessuno cosa mi avevano regalato, poi ho reagito”
Chérif Traorè, pilone del Benetton Rugby di 28 anni originario della Guinea con cittadinanza italiana, professionista rugbysta ai massimi livelli con presenza in nazionale, ammette: "Non volevo nemmeno dire cosa mi avevano regalato in quel momento perché c'erano tanti altri ragazzi, anche stranieri, e non era giusto che sapessero cosa stavo subendo".
Un gigante con un sorriso. Questo è Chérif Traorè. Pochi giorni fa, durante lo scambio di regali negli spogliatoi del Benetton Rugby, per lui il più sgradevole di tutti i regali ammantato di razzismo: una banana da parte di un compagno di squadra.
"Mi sono pietrificato, ma poi ho deciso di reagire", racconta Chèrif Traorè a Fanapge.it. "Sono con la squadra da otto stagioni e non avrei mai pensato di arrivare a questo punto. Lo sport è un qualcosa che parla di famiglia, fatica insieme. Quello che ho vissuto con quel regalo non deve accadere a nessun altro ragazzo italiano, bianco, nero, giallo, che gioca in una squadra praticando qualsiasi tipo di sport. A nessuno".
Chérif Traorè ha perdonato i compagni di squadra, ma quel gesto no: "Io guardo avanti, guardo al campo da gioco. Ho reagito opponendomi per dare l'esempio ai giovani che erano in spogliatoio, se non l'avessi fatto, nulla sarebbe cambiato. Tutti avrebbero continuato a ridere anche nei giorni seguenti e magari, sarebbe risuccesso. E se noi adulti non ci fermiamo su queste cose, il mondo non cambierà mai".
Intanto, nella giornata di ieri, la Benetton Treviso ha deciso di sospendere il proprio tesserato che aveva regalato la banana a Traorè.
"Quello che ho vissuto io, non deve viverlo nessun altro", conclude Chérif Traorè che si sta già concentrando per la prossima partita, "nel 2022 dobbiamo iniziare a dire basta a queste manifestazioni di razzismo che non fanno bene a nessuno, e soprattuto fanno male alle nuove generazioni".