video suggerito
video suggerito

Il concorso al contrario di Lecce: se insegnavi a Yale vali meno

Per il concorso a cattedre dell’Università del Salento vale di più aver insegnato in una qualsiasi università italiana che in un prestigioso ateneo all’estero.
A cura di A. P.
18 CONDIVISIONI
Immagine

Vale più aver insegnato in una qualsiasi università italiana, anche semisconosciuta, piuttosto che aver insegnato in un prestigioso Ateneo all'estero come ad esempio Yale o Harvard. Sono questi infatti i criteri previsti da un concorso pubblico per assumere 16 professori all’Università del Salento. Come spiega Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, infatti, il bando di selezione "per la copertura di 16 posti di professore universitario di ruolo di 2ª fascia" firmato dal rettore dell'università leccese, Vincenzo Zara, adotta criteri molto singolari per assegnare i punti ai candidati che aspirano ad un posto come professore. Se appare avere un senso la scelta di assegnare 16 punti agli italiani e cinque agli stranieri per la cattedra di letteratura italiana contemporanea, resta un mistero il perché delle differenze, anche evidenti, per le altre cattedre messe a concorso.

"Valorizzare chi ha consentito il normale svolgimento della didattica"

Per la cattedra di Archeologia, ad esempio, il massimo riconosciuto per "l’attività di docenza svolte in Italia" è di 20 punti, quello per le "attività di docenza e attività di ricerca all’estero" compresi gli "incarichi o fellowship ufficiali presso atenei e centri di ricerca esteri di alta qualificazione e la partecipazione a convegni internazionali in qualità di relatore", solo di 4 punti. Così è anche per le cattedre di Econometria (20 punti a 10), di «Meccanica applicata alle macchine» (30 punti a 10), di Botanica (20 punti a 5) o di «Misure elettriche ed elettroniche» (10 punti a 2). Come riporta Flavia Amabile su La Stampa, l'università ammette in parte l'originalità dei criteri spiegando che è importante "avere personale docente con esperienza didattica in Italia che possa da subito svolgere al meglio i corsi e, eventualmente, ricoprire cariche accademiche", ma soprattutto bisogna "valorizzare i ricercatori (italiani e non) che in questi anni di blocco dei concorsi hanno consentito il normale svolgimento delle attività didattiche, in situazioni di carenza di organico del corpo docente".

18 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views