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Il cognome ‘Finocchio’ non gli piace, il prefetto glielo cambia in ‘Fino’

L’uomo, della provincia di Bari, ha deciso di cambiare il suo cognome oggetto probabilmente di ironie e sfottò sin dalla giovane età. E il prefetto ha accordato la richiesta. Ma non tutti la pensano come lui. Il vice presidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio: “Io ne sono orgoglioso”
A cura di B. C.
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Il tuo cognome non ti piace? Ti hanno preso in giro sin dai tempi delle scuole elementari? Beh puoi sempre chiedere al prefetto della tua città di modificarlo: è questa la storia del signor Finocchio che si è appellato alla prefettura di Bari perché riducesse il suo cognome a un più innocuo “Fino”. Il prefetto ha autorizzato il cambio, come scrive Repubblica: “Il prefetto della Provincia di Bari, vista l’istanza con la quale il signor Finocchio ha chiesto il cambio del proprio cognome da Finocchio a Fino perché considerato ridicolo e vergognoso e ritenuta l’istanza meritevole di considerazione in quanto le motivazioni addotte sono significative e la documentazione risulta adeguata, decreta l’autorizzazione a pubblicare l’avviso”.

L’iter che ha portato alla modifica del cognome dell’ex signor Finocchio si è concluso con l’avviso pubblico all’Anagrafe del proprio Comune di residenza. Ma – evidenzia La Repubblica – non tutti a Bari sono d’accordo con il signor Fino. Un suo famoso omonimo, il vice presidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio, si è inventato un vero e proprio slogan grazie al suo cognome: “Finocchio, vota uno come te”. Il suo nome di famiglia è per lui un vanto: “Non ho mai avuto problemi con il mio cognome – racconta il consigliere comunale – anzi, la prendo a ridere, sono nato così e così morirò, ne sono orgoglioso e non a caso ho sfruttato lo slogan ironico per la campagna elettorale: il manifesto è lo stesso da 25 anni. Nella vita bisogna ridere”.

Tuttavia, la dimostrazione in Italia che quel termine sia ancora purtroppo motivo di polemiche e controversie, lo troviamo nell’episodio avvenuto su un campo di calcio dell’Emilia Romagna (derby Primavera tra Bologna e Parma)qualche anno fa: un allenatore (Paolo Magnani) fu espulso per aver gridato ripetutamente a un giocatore avversario "Finocchio, mettila fuori". Solo che quel "Finocchio" era, almeno a quanto dicono le cronache tutt'altro che un insulto da bar e non c'era alcun intento omofobo: l’allenatore bolognese ce l’aveva infatti coll’allora 18enne Francesco Finocchio, attaccante ex under 17 della Nazionale, invitato a mettere la palla fuori.

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