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Il cemento dell’antica Roma era migliore dell’attuale

Secondo alcuni studiosi che hanno condotto dei test su dei campioni, il composto usato dai romani per le costruzioni era molto più solido di quello attuale e soprattutto più ecologico.
A cura di Antonio Palma
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L'impasto utilizzato per costruire ponti, acquedotti e case dell'antica Roma aveva una resistenza maggiore del cemento usato oggi in muratura. Lo sostengono alcuni scienziati internazionali coordinati dall'Università della California a Berkley che hanno condotto un studio sulla resistenza all'erosione e all'acqua del cemento romano impiegato nella costruzione dei porti. Come spiega Repubblica gli scienziati hanno prelevato un campione dal porto romano della baia di Pozzuoli, in provincia di Napoli, e lo hanno messo a confronto con quello comunemente usato oggi. Dopo diversi test i ricercatori sono arrivati alla conclusione che il cemento che usiamo oggi non durerebbe più di mezzo secolo prima di iniziare a erodersi rispetto a quello romano che invece in alcuni casi è ancora in perfette condizioni.

Materiale resistente ed ecologico – Secondo il team di studiosi, composito da diversi esperti provenienti sia dall'Europa che dagli Stati Uniti, il segreto del preparato romano è l'utilizzo di particolari sostanze naturali come roccia vulcanica e calce che a contatto con l'acqua rendevano il cemento particolarmente solido. Insomma sostanze del tutto naturali che però oggi si fa fatica a trovare ed utilizzare. La sfida secondo gli studiosi sarà proprio quella di rendere valide queste tecniche per tutta l'industria delle costruzioni, soprattutto pensando che il materiale romano era non solo più solido ma anche più ecologico. Per essere prodotto infatti non aveva bisogno di una grande dispersione di diossido di carbonio nell'atmosfera come invece accade oggi.

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