Il caso di Manuela Murgia, morta a 16 anni, non verrà riaperto. I fratelli: “Uccisa per la seconda volta”
Non si continuerà a indagare sulla morte di Manuela Murgia avvenuta nel 1995 in Sardegna. È stata rigettata l’istanza per la riapertura del caso della sedicenne, che venne trovata trovata senza vita il 5 febbraio 1995 nel canyon di Tuvixeddu a Cagliari.
All’epoca il caso venne archiviato come suicidio, ma la famiglia di Manuela – che non ha mai creduto alla possibilità che la ragazza possa essersi tolta la vita – non si era arresa: per loro, Manuela è stata vittima di una brutale aggressione fisica.
E dopo una serie di indagini difensive – condotte dallo studio legale di Bachisio Mele e dell'avvocata Giulia Lai – lo scorso giugno era stata chiesto ufficialmente che il caso della sedicenne venisse riaperto. Ma questo non accadrà. È infatti arrivata oggi la decisione del pm Guido Pani che ha respinto la richiesta.
L’avvocata Lai ha commentato con l’Ansa questa decisione: "Stiamo valutando le strade da intraprendere – ha detto – ma comunque proseguiremo nel chiedere la riapertura delle indagini".
Su Facebook, intanto, i fratelli della giovane morta a Cagliari hanno scritto che così Manuela viene uccisa per la seconda volta. "Non a tutti i più deboli è concesso avere giustizia, esistono morti e morti. Quando sei fortunata, trovi persone che dedicano il loro tempo a darti giustizia e non si fermano davanti a nulla. Ma quando sei sfortunata allora cadi in mani sbagliate, in mani di chi non ha interesse nell'assicurato dei mostri alla giustizia".
E ancora: "Questo è il caso di Manuela Murgia che, a soli 16 anni viene brutalmente assassinata e lasciata in un limbo eterno di ingiustizia". Il fratello di Manuela Murgia parla quindi della decisione di oggi e punta il dito contro la Procura: "Questa mattina Manuela è stata assassinata per la seconda volta. Chi dovrebbe garantirle giustizia da quasi ventinove anni ha deciso di rigettare l'istanza di riapertura, nonostante le prove fornite. Perché tutto ciò? Cosa si vuole coprire? Gli errori di 29 anni fa? Oppure cosa più terrificante, si vuole coprire qualcuno. E se così fosse, chi si vuole coprire? Manu, noi non smetteremo mai di lottare per te, meriti giustizia e pace".
Tanti gli elementi che secondo la famiglia andavano analizzati alla luce delle nuove tecniche investigative: "Vogliamo giustizia per nostra sorella, non si è suicidata. Il caso deve essere riaperto: vogliamo la verità”, l’appello che avevano lanciato nei mesi scorsi i familiari, convinti appunto che la ragazza è stata uccisa e qualcuno poi ne ha simulato il suicidio.