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Il caso di Alessandro Atzeni, in carcere contro il parere dei medici: “Fatelo uscire, deve curarsi”

L’appello della sorella di Alessandro Atzeni, detenuto da mesi nonostante sia stato dichiarato dai medici non compatibile con il carcere.
A cura di Simona Berterame
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Alessandro Atzeni
Alessandro Atzeni

Dalla colonia penale al carcere nonostante le sue gravi patologie psichiatriche. La storia di Alessandro Atzeni è un calvario senza fine. Alessandro è un malato psichiatrico con doppia diagnosi e, a causa della sua condizione, era stato dichiarato persona socialmente pericolosa e ristretto nella colonia penale di Isili.

L'ospedale e l'emiparesi

Proprio all'interno della colonia agricola il 4 luglio accade qualcosa e Alessandro finisce all'ospedale di Nuoro in gravissime condizioni. Finisce in coma e solo un delicato intervento neurochirurgico riesce a salvargli la vita ma ancora oggi Alessandro presenta un’emiparesi alla parte destra del corpo e un forte stato depressivo.

Secondo gli accertamenti medici si sarebbe trattato del risultato di un violento pestaggio. Dopo circa 3 mesi di ricovero, per Alessandro si aprono le porte del carcere di Uta, nonostante i dottori avessero chiesto il trasferimento in una struttura riabilitativa. Ad oggi si trova allettato e ha bisogno di un'assistenza costante, non è praticamente autosufficiente. A complicare ancora di più la sua situazione è la presenza di una misura di sicurezza quindi l'impossibilità di ottenere i domiciliari per la sua pericolosità sociale.

L'appello della sorella: "Fatelo uscire"

L'avvocata di Arianna Atzeni, sorella di Alessandro (che nel frattempo è diventata il suo tutore legale), Armida Decina, ha presentato un'istanza per chiedere che venga rispettato il parere dei medici ovvero il trasferimento di Alessandro dal carcere a un centro riabilitativo.

Il via libera allo spostamento da parte del magistrato di sorveglianza è arrivato il 23 dicembre. Ma ancora oggi (31 dicembre ndr.) Atzeni si trova in carcere. "Lui si trova ancora lì per inerzia dell’area sanitaria del carcere di Iuta – afferma l'avvocata della famiglia Atzeni – che non ha verificato le disponibilità delle strutture".

Un'attesa che peggiora sempre di più le condizioni dell'uomo e diminuiscono le possibilità di ripresa. "Alessandro si trova ancora in carcere, intrappolato in un luogo assolutamente inadeguato per le sue condizioni – scrive in una lettera inviata ai giornali la sorella Arianna – Ogni giorno che passa senza le cure necessarie rappresenta un danno irreparabile per il suo recupero. L’emiparesi e lo stato depressivo richiedono un intervento immediato, ma a causa della lentezza burocratica e dell’indifferenza delle istituzioni, Alessandro continua a soffrire in una situazione che definire disumana è poco.

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