Il caso del Bonus strumenti e del club Risparmio: cosa sappiamo e chi ci ha rimesso

Un bonus a copertura dell’acquisto di strumenti musicali che ha spinto tantissimi giovani a spendere fino a 2.500 euro. I rimborsi, però, non sarebbero mai arrivati, secondo quanto testimoniato da alcuni acquirenti a Fanpage.it.
A cura di Luca Leva
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Un bonus a copertura quasi totale dell’acquisto di uno strumento musicale. È questa la promessa grazie alla quale, a partire dalla scorsa estate, decine e decine di giovani hanno acquistato strumenti musicali in vari negozi di Italia che, intanto, avevano stipulato una convenzione con una presunta associazione di consumatori: la “Risparmio Club”.

Il meccanismo era semplice e prevedeva la possibilità di un rimborso fino all’100%, per una spesa massima di 2.500 €, per gli acquirenti under 25 e fino al 80% per gli acquirenti oltre i 25 anni. Tutto rimborsato in comode rate mensili. Secondo quanto riportato sul sito della Risparmio Club sarebbero stati 6 i negozi, tra Calabria, Abruzzo, Emilia Romagna e Veneto, coinvolti nella convenzione e questo avrebbe garantito un effetto a catena da nord a sud che ha spinto centinaia e centinaia di giovani all’acquisto di strumenti musicali, anche non necessari, pur di accaparrarsi il bonus.

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Il racconto di chi ha aderito al bonus

“La prima rata del rimborso all’inizio è arrivata a molti – racconta Ettore, uno dei giovani coinvolti – e questo ha contribuito a far girare la voce. Sembrava la gallina dalle uova d’oro. A me serviva una chitarra perchè avevo intenzione di iscrivermi al conservatorio ma è evidente che in assenza di questa possibilità avrei speso molto meno. Ho deciso invece di investire tutti i miei risparmi, 2.500 euro, nella convinzione che sarebbero rientrati nel giro di un anno grazie al rimborso previsto”. A settembre, però, insieme al boom delle vendite, come raccontato dai negozianti, sono sorti i primi dubbi. Il versamento delle rate ha iniziato a singhiozzare fino ad interrompersi completamente. È a quel punto che sul sito “Risparmio Club” iniziano a comparire le prime comunicazioni “ufficiali” con la richiesta di pazienza. I versamenti sarebbero ripartiti, dicevano.

I negozianti

“Sembrava una buona possibilità – ci racconta incredulo e arrabbiato uno dei negozianti coinvolti  – nel nostro settore non sono tantissime le opportunità e a noi sembrava che la cosa potesse funzionare”. Ma qual era il guadagno della Risparmio Club in questa operazione? Il 6% su ogni vendita: è questa la percentuale che ogni negoziante sostiene di aver versato all’associazione, secondo quanto previsto dalla convenzione sottoscritta, nell’arco di pochi mesi. Decine di migliaia di euro – denunciano – sottratti a un margine di guadagno già molto basso.

Le denunce e le associazioni di categoria

Con lo stop ai pagamenti e l’insorgere dei dubbi alcuni degli acquirenti si sono rivolti alla Federcosumatori e all’Unione Nazionale Consumatori, oltre che alle forze dell’ordine. Sono partite, infatti, le prima denunce, sia verso Risparmio Club che verso alcuni negozianti.

“Molti molti, dubbi sulla reale attività di questa pseudo associazione – dichiara a fanpage.it Marzio Govoni, Presidente di Federconsumatori Modena, a cui si sono rivolti alcuni aderenti al bonus –  sicuramente non è un’associazione di consumatori e si caratterizza per l’estrema opacità nella sua attività e iniziativa”.

L’associazione “Risparmio Club”, infatti, non risulta iscritta nel "Runts", il Registro Nazionale del Terzo Settore.

“Per questa vicenda l’Unione Nazionale dei Consumatori è entrata in contatto con circa un centinaio di persone – ci racconta l’Avv. Ermelinda Chiumiento – al momento stiamo raccogliendo le adesioni e stiamo predisponendo le azioni necessarie per tutelare i loro diritti".

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