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Il caso del bimbo di 4 anni rimasto senza pasto a scuola perché i genitori non hanno pagato il ticket

In un asilo di Sulmona, in provincia de L’Aquila, un bimbo di 4 anni resta senza pasto a mensa perché i genitori hanno dimenticato di pagare il ticket del servizio comunale. La preside dell’istituto a Fanpage.it: “I compagni e le maestre hanno condiviso due piatti di pasta con lui”. Raggiunto anche il sindaco: “Episodio spiacevole, i genitori controllino i crediti sul portale”.
A cura di Giovanni Turi
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Mensa scolastica
Mensa scolastica

I genitori si dimenticano di pagare il ticket per la mensa dell'asilo. Un'amnesia che rischiava di far passare al figlio di 4 anni un pranzo a bocca asciutta. Nel momento in cui si è seduto a tavola e alla consegna dei pasti, infatti, la sua tovaglietta è rimasta vuota.

È successo ieri, lunedì 11 novembre, nella scuola dell'infanzia Don Antonio di Nello di Sulmona, in provincia de L'Aquila. A mettere una toppa sulla spiacevole situazione è stato lo spirito di condivisione dei compagni e delle compagne, oltre a quello delle insegnanti.

Grazie a loro il piccolo ha potuto mangiare "due piatti di pasta, sfortunatamente non il secondo, ma si è preso del pane che poi i nostri alunni solitamente consumano verso le 15.30 e le 16 come spuntino", racconta a Fanpage.it la preside dell'istituto, Alessandra Di Mascio.

La preside della scuola: "Bambini mai senza pasto"

"La loro condivisione è stato un bellissimo gesto – continua Di Mascio -. Ci siamo subito organizzati per non far alzare da tavola il bambino a digiuno, cosa che non è avvenuta". Una versione diversa rispetto a quella delle testate locali che sottolineano come il bambino avrebbe mangiato solo qualche forchettata di gnocchetti. Con uno dei genitori che racconta di esserlo andato a prendere a scuola e averlo visto "in lacrime, umiliato davanti a tutta la classe".

La singola vicenda "è stata raccontata come un falso problema – riporta la dirigente scolastica -. I nostri bambini non sono mai rimasti senza pasto in mensa, piuttosto le insegnanti assegnano il proprio pur di farli mangiare tutti insieme".

Comunque, l'episodio, mosso da una dimenticanza dei genitori nel pagamento del servizio mensa, ha fatto riemergere critiche e considerazioni sul servizio comunale partito lunedì 21 ottobre, in ritardo di tre settimane.

A tal proposito, il genitore del bambino di 4 anni è stato contattato dall'istituto per far presente la situazione. La scuola, peraltro, "non può essere a conoscenza se le famiglie effettuano i pagamenti o meno sulla piattaforma per il servizio gestito dalla ditta (in questo caso, Ep Spa, ndr), visto che è di competenza del Comune", sottolinea Di Mascio.

"Posso capire l'amarezza e il disagio – ribadisce la preside -. La partenza in ritardo del servizio ha inasprito gli animi e le difficoltà dei genitori. Da parte mia, segnalo sempre le incongruenze tra numero di pasti e quello di bambini, perfino telefonando agli stessi genitori per avvertirli di controllare il loro stato sul portale per il servizio mensa".

Il sindaco di Sulmona: "Dispiaciuto per l'accaduto"

Con una nota il Comune di Sulmona mette in chiaro che "il carattere del servizio mensa, che è servizio di prestazione a domanda individuale, richiede l'iscrizione degli alunni ad un apposito portale denominato Ristocloud, attraverso il quale i genitori possono controllare in tempo reale eventuali morosità".

Il sindaco Gianfranco Di Piero, sentito da Fanpage.it, non solo si è detto "dispiaciuto" dell'accaduto ("È deprimente che si verifichino differenziazioni tra bambini così piccoli", dice), ma ha voluto evidenziare che il sistema "informa il gestore sul numero di pasti da erogare, considerando le assenze e il numero di bambini che hanno diritto al servizio. Quando il credito è in fase di esaurimento, inoltre, il sistema informa i gestori con un sms".

Sms che il genitore ha riferito di non aver mai ricevuto. Ciò che il primo cittadino, tuttavia, sottolinea è che "per quanto una dimenticanza possa accadere, l'amministrazione ha ricordato la necessità di un controllo rigoroso del proprio credito in due avvisi emanati il 17 e 23 ottobre, in cui si richiama la responsabilità dei genitori verso i servizi che garantiscono il benessere dei bambini".

Nella nota del Comune viene anche ricordato che il bambino di 4 anni che stava per restare senza cibo "nei giorni 7 e 8 novembre il pasto è stato regolarmente somministrato – si legge -, nonostante il sistema segnalasse una morosità, così come la consumazione di un primo piatto è stata garantita il lunedì successivo 11 novembre, come confermato dagli operatori scolastici".

Per il sindaco, altra considerazione da fare è che "le famiglie sono inserite nel portale che stabilisce le fasce di reddito in base all'Isee – dice -. Ci sono 10 fasce e coloro che fanno parte di quelle più basse sono esentati dal pagamento. Si va da zero fino a un massimo di 5,41 euro per le famiglie con reddito di oltre 30 mila euro".

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