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Conclave, elezione del nuovo Papa

Il caso dei cardinali “di troppo” per il Conclave: cosa c’è di vero

Al Conclave che si sta per aprire ci sono dei cardinali in più rispetto al numero fissato dalle norme vaticane. Cosa succederà? Alla fine i votanti dovrebbero essere 133, senza due ammalati e Angelo Becciu, ma Il problema vero è che non ci sono abbastanza stanze per ospitarli tutti.
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Le norme vaticane fissano a 120 il numero massimo di cardinali elettori, ma attualmente i prelati con meno di 80 anni sono ben 135, quindici in più rispetto a quelli previsti. Due di loro sono malati e non parteciperanno, ma il problema, più giuridico che pratico, resta. “Le norme vanno interpretate nel loro complesso e non prendendo dei singoli articoli, da leggere come più aggrada – spiega il professore Stefano Ceccanti, costituzionalista di chiara fama – Non ci sono cardinali “in eccedenza” da escludere dal voto come qualcuno in questi momenti paventa. La costituzione vaticana Universi Dominici Gregis fissa sì il numero massimo a centoventi, ma spiega pure che “tutti i cardinali elettori” non hanno il diritto, ma il dovere di partecipare al voto”.

E in effetti la Universi Dominici Gregis, approvata nel 1996 da Giovanni Paolo II è chiarissima: "Tutti i Cardinali elettori, convocati dal Decano, o da altro Cardinale a suo nome, per l'elezione del nuovo Pontefice, sono tenuti, in virtù di santa obbedienza, a ottemperare all'annuncio di convocazione e a recarsi al luogo designato allo scopo, a meno che siano trattenuti da infermità o da altro grave impedimento, che però dovrà essere riconosciuto dal Collegio dei Cardinali".

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Il defunto Papa Francesco ha ritenuto creare più cardinali del numero massimo perché, solo nel 2025, altri dieci compiranno ottant’anni e usciranno dai votanti e nel maggio 2026 il corpo elettorale sarebbe sceso sotto i centoventi: semplicemente il pontefice sperava di rimanere in vita ancora a lungo, in modo da far rientrare il collegio cardinalizio nei limiti della costituzione apostolica. Per quanto si apprende, in ogni caso, il bosniaco Vinko Puljic, arcivescovo emerito di Sarajevo e il croato Josip Bozanic, arcivescovo emerito di Zagabria, hanno già comunicato che non potranno recarsi a Roma per il conclave per gravi motivi di salute.

Altra cosa su cui si discute è se il cardinale Angelo Becciu possa entrare in conclave. “I canonisti sono divisi – spiega ancora Ceccanti – tuttavia io credo che se il decano lo riterrà deposto non potrà essere ammesso. La Universi Dominici Gregis, infatti, spiega chiaramente che, in questo caso, Becciu non potrebbe votare. Il problema è che non è chiaro se Becciu sia stato formalmente deposto da papa Francesco nonostante la perdita dei diritti e delle prerogative del cardinalato. Tuttavia la parola del Papa è, da sempre, valida e creatrice di diritto: se ha deposto Becciu anche solo a voce, questi non potrebbe validamente entrare in conclave". La vicenda è particolarmente intricata: Angelo Becciu, infatti, è stato anche invitato da Francesco a partecipare al concistoro del 2022 e la sua posizione giuridica non è stata mai chiarita pubblicamente dal Papa.

Il problema vero, però, non è tanto giuridica ma pratico. Non si sa, infatti, dove collocare 133 cardinali: a Casa Santa Marta ci sono 106 doppie e 28 stanze singole, ma papa Francesco viveva lì e con lui molti sacerdoti e suore, quindi gli spazi si sono ulteriormente ridotti, anche in considerazione che l’appartamento del defunto pontefice resterà sigillato fino a dopo l’elezione del nuovo Papa. Servono circa venti stanze in più e servono in fretta: i tecnici vaticani dovranno fare una vera e propria corsa per garantire sicurezza e comfort a tutti gli elettori.

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