Il carabiniere “pecorella”: figlio di operai (come il manifestante)
«Ehi, pecorella, sei venuto a sparare? Per quello che guadagni non ne vale la pena… » Quelle parole di sfida lanciate dal No Tav nei confronti di un carabiniere sull'autostrada A32 hanno fatto il giro della Rete. I due protagonisti di quel faccia a faccia ripreso dalle telecamere di Corriere.tv ora hanno anche un nome. Il primo, il contestatore, si chiama Marco Bruno, l'altro, il carabiniere, si fa chiamare semplicemente F.
Marco è nato a Torino 28 anni fa. E' padre di famiglia (ha un bimbo di due anni) e vive a Giaveno, piccolo comune vicino all’A32, dove fa l'operaio. Di lui il Corriere scrive: «è un giovane solitario, dicono tra il movimento della Valsusa. Area anarchica, antagonista, No Tav, contro lo Stato. "Uno di quelli che non trovi in prima linea durante gli scontri, ma arriva, colpisce, sparisce. Non fa parte del movimento organizzato"». Prima di salire agli onori della cronaca per gli insulti al carabiniere, si è fatto conoscere dalle forze dell'ordine per alcune denunce e segnalazioni per «reati da ordine pubblico». Porto di oggetti atti ad offendere, partecipazione a manifestazioni non autorizzate, occupazione di suolo pubblico. Marco ieri è stato fermato proprio dalle forze dell’ordine. Il ragazzo ora è in stato di fermo.
Poi c'è il carabiniere "pecorella". Lui che si è preso le ingiurie di Marco senza reagire. Per questo ieri ha ricevuto una telefonata del comandante generale dell'Arma, Leonardo Gallitelli, che si è complimentato «per la fermezza e la compostezza professionale, che hanno impedito a una situazione delicata di degenerare». Motivo per il quale il ragazzo ha ricevuto un encomio solenne ed elogi da tutto il mondo politico. Quel ragazzo ha 25 anni, da 3 anni è nell'Arma, viene da Oristano e ha frequentato il liceo scientifico. A Repubblica, dice «Pecorella un nome ce l'ha. Scrivi che mi chiamo F.»
«Sono figlio di un operaio. E sono cresciuto in un paese di operai. Faccio solo il mio dovere per 1.300 euro al mese», continua il carabiniere, perché «fare il soldato è un mestiere onesto». Così, come del resto è per Marco. La differenza tra i due è che F. non ha una famiglia e quindi non dà «i bacini alla fidanzata con la mascherina». «Io veramente non ho una moglie e se è per questo neanche una ragazza. Ma è lo stesso. Perché ci addestrano a non raccogliere gli insulti, le provocazioni. Tu senti quello che dicono e dici alla tua testa di pensare ad altro. Devi farlo».
Due ragazzi molto simili Marco ed F. Uno è un No Tav, l'altro è un carabiniere. Ma di certo ieri a perdere è stato il primo. Almeno a livello mediatico. L' "eroe" dei forum e dei social network è inevitabilmente F. che ha semplicemente fatto il suo dovere. Ma forse, se quel faccia a faccia si fosse verificato a telecamere spente, ora staremmo parlando di tutta un'altra storia.