Il capitano Ultimo avrà ancora la scorta, il Tar blocca la revoca della protezione
La scorta al capitano Ultimo per ora resta. Così ha deciso nelle scorse ore il Tar del Lazio che, accogliendo il ricorso presentato dallo stesso carabiniere noto per aver arrestato Totò Riina nel 1993, ha sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell'Interno aveva annullato la protezione nei suoi confronti. Una decisione ovviamente non definitiva ma che fa esultare il legale del colonnello Sergio De Caprio, l'avvocato Antonino Galletti. "Ancora una volta il Tar di Roma accoglie le nostre ragioni, addirittura in sede d'urgenza, ulteriore testimonianza del fatto che il colonnello De Caprio tuttora vive in una condizione di pericolo concreto ed attuale" ha spiegato Galletti annunciando la decisione del tribunale amministrativo regionale. "Non ci risulta che la mafia sia stata ancora sconfitta e chi si è battuto a lungo contro di essa sacrificando la propria libertà e mettendo a rischio la vita ha diritto di essere tutelato dallo Stato" ha aggiunto il legale citando le parole dello stesso capitano ultimo dopo l'avvio della procedura per la revoca della scorta.
“Nessun pericolo, la mafia non c’è più, è stato un gioco” aveva scritto infatti in un tweet polemico il colonnello Sergio De Caprio. Per lui è stata lanciata anche una massiccia campagna di sostegno e una petizione online che ha raccolto già decine di migliaia di adesioni. "Sono senza scorta come vuole il prefetto Pazzanese e il generale dei carabinieri Nistri ma non è solo una scorta è il simbolo di una lotta antimafia costata sangue, che appartiene al popolo e non si può tradire" aveva dichiarato sempre polemico il capitano ultimo appena pochi giorni fa, ribadendo che per lui la decisione è una sorta di mobbing di Stato. La revoca della scorta, disposta dal Viminale l'anno scorso tra numerose polemiche, era sta già revocata sempre dal Tar del Lazio nel giugno scorso, poi a inizio ottobre era scattata la nuova procedura di revoca.