Il calvario di Giacomo, dal ricovero al trapianto dei polmoni. I genitori: “Aiutateci”
Giacomo ha 24 anni ed è affetto da fibrosi cistica del pancreas, ha 24 anni, vive a Scicli, nel ragusano, insieme alla sua famiglia. La sua vita è stata un calvario, ha subito diversi interventi chirurgici e, attualmente, è ricoverato in terapia intensiva presso l'Ismett di Palermo. Due mesi fa ha subito il trapianto di polmoni. Adesso si ritrova a sostenere altri interventi delicati. Giacomo non è mai stato abbandonato dalla famiglia e dalla sua fidanzata. La sua famiglia si trova in difficoltà economica. Da Scicli parte una raccolta fondi per sostenere la famiglia e aiutare Giacomo a ritornare a vivere una nuova vita.
Dai ricoveri al trapianto dei polmoni
Giacomo è un ragazzo molto umile e delicato. Convivere dalla nascita con la fibrosi cistica non è stato facile. È un diritto di tutti vivere l'infanzia e l'adolescenza con serenità e felicità ma per lui non è stato cosi. "Sono nato con la fibrosi cistica – ha detto Giacomo – per me non è stato facile convivere con questa malattia. A scuole era sempre imbarazzante – aggiunge – non potevo neanche giocare come facevano i miei compagni. È stata dura – continua Giacomo – finalmente giorno 10 maggio 2021 sono stato chiamato dall'Ismett di Palermo perché erano arrivati due polmoni per me. "Ho fatto il primo trapianto – racconta Giacomo – si può dire che stava andando bene ma poi, purtroppo, ho avuto delle complicazioni. L'intestino mi ha dato dei problemi causando dei blocchi intestinali, ho avuto altri quattro interventi: le stomie, drenaggi e tra un po' ne dovrò avere altri due. Mi toglieranno più di 30 centimetri di intestino e cercheranno di unirlo"
L'intervento all'intestino
Giacomo rappresenta la forza, il coraggio e la speranza di vincere questa lunga battaglia. Era arrivato al limite della respirazione. Dal 100% al 27%. Respirava con un quarto di potenza polmonare. Dopo il primo trapianto ha avuto una occlusione intestinale, chiamata ileo da meconio e attualmente si sta cercando di risolvere anche questo problema. Quella chiamata per il trapianto è stata un miracolo – ha detto Giovanni, il papà di Giacomo. Ma il sogno del giovane ragusano è molto semplice: Vivere la vita con assoluta normalità, correre, passeggiare, uscire senza l'ausilio di terapie o dell'ossigeno sempre a portata di mano. Altro sogno è quello di avere una famiglia. Perché Giacomo è stato sempre sostenuto dalla famiglia e dalla sua fidanzata che, nonostante le sue condizioni disperate, dal ricovero al trapianto, non l'ha mai abbandonato. "Il mio sogno – ha detto Giacomo – è stato sempre quello di respirare bene, non avere difficoltà e se un giorno sarà avere anche una famiglia. È stato grande il supporto dei miei genitori che non mi hanno mai lasciato, mi sono stati sempre accanto in qualunque situazione. In ospedale – continua – ho il piacere di avere anche mia madre, naturalmente solo un genitore e non tutti e due. Conclude – Sono stato qui in ospedale da solo più di due mesi e la mia ragazza non mi ha mai abbandonato. la raccolta fondi sembra che sta andando bene voglio ringraziare tutti quelli che mi aiuteranno"
La famiglia di Giacomo è disperata. Aperta una raccolta fondi "Ci sono stati dei momenti che pensavo che Giacomo non ce l'avrebbe fatta – racconta Giovanni, papà di Giacomo. "Ai problemi di salute di Giacomo si aggiungono quelli economici – si legge nel testo della piattaforma della raccolta fondi – a vivere fuori dalla nostra provincia, senza un lavoro, è insostenibile – continua Fidone – Questi 24 anni di andirivieni da Palermo per visite, ricoveri, operazioni e trapianti ci hanno indebolito tantissimo. Ci siamo dovuti indebitare con parenti e con la banca. Non abbiamo potuto usufruire della legge 104 – aggiunge Giovanni – sono un bracciante agricolo, a tempo determinato. Anche mia moglie fa questo lavoro: i nostri diritti di genitori non sono riconosciuti. Abbiamo affrontato spese legali, fatto domande, chiesto aiuto. Tutte le visite che ha fatto Giacomo a Palermo le ho fatte perdendo 1, 2 o 15 giorni di lavoro perché non potevo presentare domandina all'azienda. Mia moglie prima lavorava, adesso sono due mesi che sta in ospedale insieme a Giacomo e abbiamo perso due mesi di lavoro.
Il sogno di ritornare a respirare. "Ti aspettiamo a casa"
Giacomo non ha condotto finora una vita normale – ha detto il padre – noi l'aspettiamo a casa. Il sogno sarebbe quello di poterlo vedere condurre una vita semplice, normale e come la facciamo tutti. Farsi una corsettina, fare una passeggiata, di poter salire i gradini senza il fiatone, non aver bisogno notte e giorno dell'ossigeno. Questo è il sogno, sembra una cosa semplice ma per noi è un sogno. Chiedo con umiltà un po' di aiuto economico per la mia famiglia. Se qualcuno di cuore può aiutarci lo ringrazio infinitamente”, conclude.
Qui il link per sostenere Giacomo e la sua famiglia