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Il boss geloso: uccide a coltellate il rivale in amore. Era l’erede di Felice Maniero

L’ex boss della Mala del Brenta, Silvano Maritan è stato arrestato per aver accoltellato mortalmente l’uomo che la sua ex fidanzata aveva frequentato mentre questi era in carcere. La vittima è Alessandro Lovisetto, anche lui ex affiliato all’organizzazione criminale guidata da Felice Maniero. L’omicidio è avvenuto al culmine di una lite scoppiata domenica 13 novembre in pieno centro a San Donà del Piave (Venezia).
A cura di Angela Marino
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Due coltellate di cui una, violentissima, al collo. Così Silvano Maritan, 70 anni, ha ucciso il 53enne Alessandro Lovisetto al culmine di una lite scoppiata per motivi di gelosia, in pieno centro, a San Donà di Piave (Venezia). I due pregiudicati – Maritan era uscito di prigione solo da poche settimane – sono entrambi ex affiliati della Mala del Brenta, l'organizzazione criminale guidata dal boss Felice Maniero, detto ‘Felicetto'.

Il delitto è avvenuto la notte di domenica 13 novembre nella cittadina in provincia di Venezia. Secondo quanto ricostruito i due si sarebbero incontrati per caso e avrebbero cominciato a discutere animatamente. Durante il litigio l'ex narcos della mala avrebbe estratto un coltello a serramanico e colpito mortalmente il 53enne. Motivo della lite, la frequentazione di Lovisetto con Laura Moschino, ex fidanzata di Maritan, avvenuta mentre questi era in carcere. L'arresto – secondo fonti della Procura – è stato effettuato in flagranza di reato.

La Mala del Brenta

Non è escluso che alla base dello scontro potessero esserci vecchi rancori legati al periodo della militanza dell'organizzazione guidata da Felice Maniero. Negli anni Settanta Felice ‘Faccia d'Angelo' mise in piedi una rete criminale verticistica simile a Cosa Nostra e attiva in Emilia Romagna Friuli e Veneto. Maniero fu arrestato per la prima volta nel 1980 ed evase per due volte: la prima nel 1987, la seconda nel 1991. Anche durante la carcerazione e la latitanza ‘Felicetto' continuò a governare l'organizzazione impartendo ordini prima dal carcere poi dai nascondigli segreti in cui trovava rifugio.

Silvano Maritan, il boss che doveva prendere il posto di Felice Maniero

Silvano Maritan guadagnò una una posizione di spicco nella banda mettendo su una imponente rete di spaccio di cocaina sul litorale veneziano. ‘Il Presidente', così lo chiamavano i suoi, in quegli anni divenne il braccio destro di Maniero, tanto da arrivare quasi a sostituirlo nel periodo in cui il boss era detenuto a Fossombrone. A metà degli anni Novanta ‘Felicetto‘, però, perse la sua leadership e i suoi uomini decisero di ammazzarlo in un agguato a cui avrebbe dovuto partecipare lo stesso Maritan, che secondo i piani avrebbe poi ereditato lo scettro del comando. Il progetto saltò e nel 1994 Maniero fu catturato a Torino. L'ex boss fu condannato a 33 anni di reclusione, successivamente ridotti a venti, grazie alle attenuanti per la collaborazione. Nel 1995, infatti, ‘Faccia d'Angelo' si pentì confessando alcuni dei crimini della banda che, intanto si era disgregata a colpi di arresti. Alcuni tra i gregari della sua organizzazione lo tacciarono di infamia per aver rivelato le attività della banda. Tra questi c'è lo stesso Maritan, che accusò Maniero di aver tenuto celati i proprio crimini consegnando alla giustizia solo i delitti commessi da altri.

Felice Maniero e Silvano Maritan
Felice Maniero e Silvano Maritan
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