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Covid 19

Il bollettino sul Coronavirus del 30 marzo spiegato: c’è una piccola luce in fondo al tunnel

“Per la prima volta, in Lombardia, i casi attivi sono meno di quelli del giorno precedente”. Giovanni Forti, data analyst di YouTrend commenta per Fanpage.it i dati dell’epidemia di Coronavirus in Italia, spiegando quel che la Protezione Civile non dice: “Attenzione, forse c’è stato un errore d’inserimento dati in Emilia-Romagna”.
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Molti pochi contagi, mai così tanti guariti, ma decessi che tornano a salire: il numero dei casi positivi Covid-19 in Italia è ad oggi, lunedì marzo, di 101.739 (+ 1648 casi attivi rispetto ai dati di ieri, +4050 casi totali), di cui 14.620 guariti (+1590 rispetto ai ieri) e 11.591 decessi (+812 rispetto a ieri). Sono questi i numeri dell'ultimo bollettino dell'emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Al momento risultano positive 75.528 persone. Tra i contagiati, 43.752 si trovano in isolamento domiciliare, mentre 27.795 sono ospedalizzati e altri 3.981 sono ricoverati in terapia intensiva. Le regioni più colpite sono ancora una volta la Lombardia, l'Emilia-Romagna, Veneto, Marche e il Piemonte. Il totale dei tamponi effettuati è di 477.359

“Non siamo fuori, ma stiamo vedendo una piccola luce in fondo al tunnel”. Giovanni Forti, 25 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “Stiamo iniziando a vedere una diminuzione dei casi attivi: soprattutto in Lombardia, – spiega Forti a Fanpage.it – i casi attivi, le persone che in questo momento hanno il coronavirus sono meno di ieri. Perché il loro numero è cresciuto meno di quello di guariti e deceduti”.

Ok, ma la crescita dei deceduti non è una buona notizia…

No, è vero, non è una buona notizia. Stiamo vedendo una grande crescita dei decessi che però è in ritardo di qualche giorno dai giorni con la maggior crescita di casi totali.

Parliamo dei casi dal 15 al 20 marzo?

Sì, sono quei giorni in cui si è cresciuti di più di 6000 unità di casi totali. Sono stati i giorni prima del flesso della curva dei contagi, dove la curva era più ripida.

 

Dieci giorni fa, quindi…

Oggi sono già 100 in meno. E visti i tempi con cui evolve questa malattia, potevamo aspettarci un picco di decessi dieci giorni dopo il numero massimo dei nuovi contagi.

Quando parliamo di picco di decessi e contagi parliamo prevalentemente del focolaio lombardo, però. Nelle altre regioni come sta andando?

Bene, ma con qualche caveat. Oggi sono molto strani i dati dell’Emilia-Romagna, ad esempio. C’è un netto miglioramento rispetto ai giorni scorsi, con un bassissimo numero di contagi, ma anche con 2000 tamponi in meno rispetto a ieri. Visto che non è possibile abbiano fatto un numero negativo di tamponi, è possibile ci sia stato un errore di inserimento dati come quello del Piemonte di qualche giorno fa. Peraltro, dato nazionale, siamo tornati a 20-22mila tamponi, rispetto ai 30mila e rotti della scorsa settimana.

Questo può aver avuto un’influenza sui dati positivi di oggi?

Sì, può averla. Aspettiamo i prossimi giorni.  Ricordiamoci che il calo di tamponi e dei contagi è quasi fisiologico a inizio settimana. Non abbandoniamoci a facili entusiasmi per un lunedì o un martedì che vanno particolarmente bene.

Le altre regioni?

Il Veneto continua sul suo trend di crescita inferiore alle altre regioni del Nord. C’è un numero di decessi abbastanza alto rispetto al solito, però, così come in Piemonte.

Al centro-sud come va?

I numeri del sud sono un po’ meno positivi, in Campania e in Puglia, soprattutto. Oggi c’è stato un aumento di contagi in Puglia attorno al 10%. Di certo però non possiamo parla di esplosione, e questo è positivo. È ragionevole pensare che al Sud il flesso che è arrivato attorno al 20 marzo nelle regioni del nord al Sud non è ancora arrivato.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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