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Il 13enne Chris travolto e ucciso a Negrar, spedizione punitiva di 30 persone a casa dell’indagato

Trenta persone si sono presentate davanti alla porta d’ingresso dell’abitazione di Davide Begalli, il 39enne accusato di aver travolto e ucciso in auto un calciatore 13enne. Il gruppo, armato di sassi e bastoni, avrebbe intimato a Begalli di uscire fuori.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Almeno 30 persone hanno preso di mira la casa di Davide Begalli, l'uomo accusato di aver investito e ucciso il 13enne Chris nella notte del 31 luglio e di essere fuggito senza prestare soccorso. Il 39enne sta scontando i domiciliari nella sua abitazione dopo aver travolto il ragazzino nel comune veronese di Negrar. Secondo quanto reso noto, il gruppo si è presentato davanti alla porta di casa di Begalli, intimandogli di uscire. "Vieni fuori che ti ammazziamo" avrebbero detto gli aggressori, armati di sassi e bastoni. 

La "spedizione punitiva" non ha avuto conseguenze, ma per il legale del 39enne si tratterebbe di un effetto scatenato dalla "gogna mediatica" alla quale Begalli è stato sottoposto dall'opinione pubblica dopo aver ucciso il 13enne.

Dopo l'arresto, Begalli avrebbe specificato di aver travolto il calciatore in seguito a un momento di distrazione alla guida. "Stavo cambiando la stazione radio, credevo di aver preso un palo" avrebbe detto alla gip ripercorrendo gli istanti dell'incidente di una settimana fa. Se l'artigiano edile avesse fermato la sua Renault Espace per prestare soccorso, hanno spiegato i medici dell'ospedale di Borgo Trento, il 13enne avrebbe potuto essere salvato. 

Arrivato in ospedale due ore dopo l'incidente, il ragazzino è invece deceduto nonostante i tentativi disperati dei medici. Al momento dell'impatto, il minore stava camminando da solo in via San Vito, un'arteria che attraversa Negrar. Il conducente della vettura ha dichiarato di "non essere scappato", ma di aver proseguito la sua corsa solo perché "non aveva visto il corpo del ragazzino a terra". 

Secondo il gip, però, è impossibile che il 39enne non avesse visto il 13enne investito. Per questo motivo aveva chiesto l'arresto per omissione di soccorso, omicidio stradale e fuga. "Begalli – hanno continuato i magistrati – ha mostrato spregio della vita umana e dovrà restare ai domiciliari per evitare che possa tornare alla guida".

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