“Ikram Nazih è stata liberata”, la studentessa italo-marocchina era in carcere per un post sul Corano
Ikram Nazih torna in libertà. L'annuncio arriva da Enzo Amendola, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei. "Da Marrakech vi do una bellissima notizia. A breve Ikram, incarcerata da giugno in Marocco, sarà liberata", scrive Amendola che spiega che la giovane studentessa sta bene. Ikram Nazih, questo il suo nome, è una ragazza italo-marocchina, che lo scorso 28 giugno è stata condannata a tre anni di carcere in Marocco con l'accusa di oltraggio all'Islam per una vignetta condivisa su Facebook nel 2019. Da quel giorno si trova nel carcere di Rabat. "In queste settimane abbiamo lavorato insieme all'@italyinmorocco e @ItalyMFA per questo – ha scritto Amendola – Ikram sta bene e tra poco la riabbracceremo. Sono molto felice."
Ikram Nazih sta bene: il ritorno in Italia nelle prossime ore
Il tribunale di appello di Marrakesh ha ridotto la condanna a due mesi con pena sospesa e ha cancellato la multa. "Nel processo d'appello sono state ascoltate le ragioni della difesa e, grazie all'ottima collaborazione istituzionale con le autorità locali, Ikram uscirà di prigione – ha aggiunto il Sottosegretario Amendola – in queste settimane abbiamo lavorato insieme al nostro ambasciatore a Rabat Armando Barucco, al Consolato e di concerto con il ministro Di Maio e la Farnesina. Ad agosto ho seguito il caso personalmente, parlando con le parti interessate e andando a trovare Ikram Nzihi nel luogo di detenzione. La nostra connazionale sta bene, a lei e alla sua famiglia vanno i miei migliori auguri. Continuano i solidi rapporti tra Italia e Marocco, frutto di un partenariato strategico". La giovane studentessa avrebbe già lasciato la prigione di Marrakech e potrebbe tornare in Italia già nelle prossime ore.
Mobilitazione per la liberazione della studentessa italo-marocchina
Nata in Italia, a Vimercate, da famiglia marocchina, Ikram si era trasferita a Marsiglia in Francia per studiare giurisprudenza. La sua storia inizia nel 2019 quando condivide sul proprio profilo Facebook un post che ironizza su un versetto del Corano, definendolo "versetto del whiskey". Una vignetta al tempo piuttosto diffusa sui social che la giovane italo-marocchina, presa di mira sui social e accusata di blasfemia, cancella poco dopo. A notare il post però c'è un'associazione religiosa marocchina che denuncia l'accaduto al governo marocchino che ha condannato dopo anni la giovane al carcere. Quando lo scorso giugno Nazih prende un aereo per il Marocco per trascorrere le vacanze, viene immediatamente fermata all'aeroporto di Casablanca. Il 28 giugno viene condannata a una pena di tre anni e mezzo di carcere. La giovane viene prelevata dalla casa del padre dove alloggiava e portata in carcere. Da quel giorno la sua storia è giunta pian piano anche in Italia, grazie al deputato della Lega Massimiliano Capitanio che ha presentato un'interrogazione in Parlamento. Una mobilitazione da parte di stampa e politica, fino alla liberazione avvenuta oggi.