Igor, diffuso nuovo video dell’omicidio del barista. Carabinieri: “Trovato chi l’ha aiutato”
Le indagini su Norbert Feher- Igor Vaclavic, il serbo noto soprattutto come “Igor il russo” accusato di almeno due omicidi a inizio aprile in Emilia e di altri tre in Spagna, dove è stato arrestato a metà dicembre, “proseguono per delineare la rete di favoreggiatori che ha agevolato la latitanza”. È quanto ha detto il comandante dei carabinieri di Bologna, colonnello Valerio Giardina, spiegando che già a metà aprile, ovvero poco dopo i delitti commessi in Italia dal criminale serbo, erano in corso attività sugli appoggi di Igor. I carabinieri hanno spiegato che subito dopo l’omicidio del barista di Budrio Davide Fabbri sono iniziate intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti “che hanno permesso l’individuazione di chi gli ha dato una mano” e “delle cellule di riferimento della latitanza e dei canali” con cui Igor è uscito dall’Italia per raggiungere la Spagna, passando per altri territori. Il comandante dei carabinieri di Bologna ha aggiunto quindi che i militari stanno lavorando a un’informativa proprio sulla rete di fiancheggiatori, “composta da un numero di persone non inferiore a dieci e non superiore a 100”.
Il nuovo video dell’omicidio del barista di Budrio
È stato diffuso anche un nuovo video di Norbert Feher riguardo l’omicidio del primo aprile nel Gallo di Riccardina di Budrio. Immagini inedite in cui si nota una resistenza maggiore del barista Davide Fabbri, che viene freddato in una manciata di secondi dal criminale. Poi le immagini mostrano Igor che esce con il fucile e con la pistola. In quel momento è iniziato la sua fuga fino a metà dicembre.
Il colonnello Valerio Giardina ha spiegato che in tre mesi di “caccia a Igor” nel territorio tra le province di Bologna e Ferrara sono state 1600 le pattuglie di carabinieri impiegate, di cui 300 di Tuscania e Cacciatori di Calabria, 963 di squadre operative di supporto (Sos) e aliquote di primo intervento (Api), 350 i posti di osservazione e allarme predisposti, 1820 gli edifici rastrellati, 102 le scansioni dinamiche con camera termica, 81 le perlustrazioni con cani, di cui otto con risultati positivi: tracce fiutate con riscontro del Dna del fuggitivo. Un dispositivo messo in campo dopo gli omicidi di aprile che ha ottenuto il risultato “di impedire la prosecuzione della scia di sangue”. Secondo Giardina Igor, con un profilo criminologico di una persona “con una progettualità sanguinaria”, che “non si sarebbe fermato di fronte a niente”. Nel territorio dove Feher si è nascosto dopo i delitti in Emilia il frutto dei controlli rafforzati ha portato a 93 arresti, 582 denunce, 20 kg di hascisc sequestrata e 20 auto rubate e ritrovate.