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Assolto Antonello Ieffi, accusato di turbativa d’asta sulle mascherine: “Volevo aiutare l’Italia”

Antonello Ieffi, imprenditore 42enne, era stato arrestato dalla guardia di Finanza nell’aprile del 2020, durante i primi mesi della pandemia.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO: L'imprenditore Antonello Ieffi, accusato di turbativa d'asta in una inchiesta della Procura di Roma relativa ad una appalto indetto da Consip, nei primi mesi della pandemia, per l'acquisto di 3 milioni di mascherine, mai arrivate poi in Italia, è stato assolto dalla Corte di Cassazione il 25 febbraio 2022. I giudici della Sesta sezione della Suprema Corte hanno annullato senza rinvio, con la formula "perché il fatto non sussiste", la sentenza di appello impugnata dal difensore Carlo Bonzano, che ha assistito l'imprenditore assieme al collega, Luigi Annunziata."Si tratta di una decisione rispetto alla quale esprimo ampia soddisfazione personale e professionale per avere la Suprema Corte – afferma Bonzano – integralmente accolto i motivi di ricorso proposti e avendo peraltro assunto solo da ultimo la difesa di Ieffi proprio nel giudizio di legittimità".  Durante il processo Ieffi si è sempre difeso affermando che il suo operato era finalizzato a “fare del bene al Paese in un momento drammatico”.

"Non volevo arrecare nessun danno, anzi volevo aiutare il mio Paese in un momento così difficile. Sono pronto a dimostrare che non ho commesso nessun illecito". Sono le parole pronunciate durante l'interrogatorio di garanzia da Antonello Ieffi, imprenditore 42enne arrestato giovedì scorso dalla guardia di Finanza con l'accusa di turbativa d'asta per aver cercato di partecipare a un bando Consip da oltre 15 milioni di euro per la fornitura di mascherine pur non essendo in possesso dei requisiti minimi. In particolare secondo gli inquirenti l’uomo aveva preso parte alla gara per la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di apparecchiature sanitarie per un valore complessivo di 258 milioni cercando di accaparrarsi il lotto relativo alla fornitura di 24 milioni di mascherine chirurgiche per un importo complessivo di 15,8 milioni.

Ebbene, nel corso dell'interrogatorio celebrato ieri Ieffi si è presentato come un benefattore intenzionato ad aiutare il suo paese in un momento di grande difficoltà. Il suo avvocato Andrea Coletta, entrando nel merito delle accuse, ha dichiarato: "Ieffi ha spiegato di aver inoltrato al delegato Consip  sia un video ricevuto dal fornitore indiano con il carico di mascherine fatto arrivare in un deposito in Cina sia di avergli fornito il numero di telefono del magazziniere. Ma a quel punto si sono interrotte le comunicazioni con Consip. Inoltre ha chiarito che la merce sarebbe stata pagata al fornitore solo una volta arrivata in Italia e a seguito dei controlli sulla qualità dei materiali. Ora invieremo in Procura la corrispondenza via mail con il fornitore che testimonia quanto riferito da Ieffi".

Sulla base di un'ordinanza il 18 marzo Consip, che non riusciva ad ottenere le mascherine, avrebbe disposto un'ispezione tramite l'Agenzia delle Dogane nel luogo dove i dispositivi avrebbero dovuto essere stoccati, ovvero l'aeroporto cinese di Guanhzhou Baiyun, senza trovare nulla. Il giorno seguente ha quindi annullato l'assegnazione in autotutela perché Ieffi aveva certificato di non avere alcune pendenza, cosa falsa: il 42enne romano infatti, pur non essendo mai stato condannato, ha una serie di denunce per i reati di truffa, insolvenza fraudolenta, appropriazione indebita, emissioni di fatture per operazioni inesistenti, simulazione di reato e segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio.

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