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Identificata dopo 58 anni la vittima di un incidente in montagna sulle Alpi austriache

I resti umani, trovati lo scorso agosto, apparterrebbero a un cittadino tedesco di 30 anni, originario del Baden-Württemberg, scomparso nel 1967. L’uomo sarebbe caduto in un crepaccio durante un’escursione sciistica nella zona del Wasserfallferner, situata a circa 3.200 metri di altitudine.
A cura di Davide Falcioni
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Una svolta potrebbe essere vicina nel caso delle ossa ritrovate il 25 agosto dello scorso anno a Sölden, nel distretto di Gurgl, in Austria. I resti, scoperti intorno a mezzogiorno a 2.459 metri di quota nella Rotmoostal, avevano generato interrogativi sia tra gli esperti che tra le autorità locali.

Le ossa rinvenute comprendevano una parte inferiore di gamba e un piede umano, insieme ad altri frammenti di origine incerta. Gli agenti delle stazioni di polizia di Sölden e Imst si erano occupati del recupero, consegnando il materiale all’Istituto di medicina legale dell’Università di Innsbruck. Su disposizione della Procura di Innsbruck, furono avviati esami approfonditi per estrarre il DNA e chiarire l’origine dei resti.

Le analisi medico-legali hanno ora confermato che alcuni frammenti appartenevano a un animale, ma la gamba e il piede risultano inequivocabilmente di origine umana. Gli ulteriori test genetici hanno permesso di risalire a una probabile identità: si tratterebbe di un cittadino tedesco di 30 anni, originario del Baden-Württemberg, scomparso nel 1967. L’uomo sarebbe caduto in un crepaccio durante un’escursione sciistica nella zona del Wasserfallferner, situata a circa 3.200 metri di altitudine.

Secondo le dichiarazioni della polizia del Tirolo, non sono stati trovati parenti della vittima, rendendo il caso ancora più enigmatico. Resta tuttavia il sollievo di poter finalmente dare un’identità ai resti e fare luce su una scomparsa che risale a più di mezzo secolo fa.

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