Ida Zoccarato compie 112 anni: festa per “nonna Veneto”, che dopo un infarto ha sconfitto il Covid
Ida Zoccarato, originaria di Perarolo di Vigonza e residente a Ponte di Brenta (Padova), lunedì ha spento ben 112 candeline. Nata il 24 maggio del 1909, “nonna Veneto” è la donna più anziana dell’intera regione. Ha vissuto due guerre mondiali, ha superato l’influenza spagnola e ha conosciuto da vicino anche il Coronavirus: contagiata lo scorso anno, la nonnina ha sconfitto il virus (dopo aver avuto anche un infarto) e di recente è stata anche vaccinata. “Nella sua incredibile biografia c’è la storia recente dell'Italia: le guerre mondiali, la vedovanza lunga quasi un secolo da un marito mai tornato dal fronte, il lavoro contadino, i figli cresciuti da sola negli anni della ricostruzione, le generazioni di nipoti e bisnipoti che si aggiungono alla famiglia”, scrive su Facebook Paolo Fortuna, dg dell’Usl 6 Euganea, che ha voluto fare gli auguri alla "nonna Veneto" dopo che anche il presidente della Regione Luca Zaia ha parlato di lei.
Quella della signora Ida è stata senza dubbio una vita intensa: a ottobre lo scorso anno, dopo essere stata colpita da infarto, è risultata positiva al Covid-19 ma dopo una strenua battaglia ce l’ha fatta a sconfiggere il virus. E a inizio maggio un medico si è recato a casa sua per somministrarle la prima e unica dose di vaccino Pfizer. Il segreto di “nonna Veneto”? Sicuramente non una dieta ferrea stando a quanto ha raccontato il figlio Pietro, 77 anni, al Mattino di Padova: a suo dire, infatti, la mamma ama pietanze come il baccalà, la pancetta, il cotechino con la verza ed è solita rifiutare la “proposta” di una leggera minestrina a cena.
Nata in una famiglia di campagna, Ida ha sempre lavorato la terra e a soli 35 anni è rimasta vedova – il marito non è mai tornato dalla seconda guerra mondiale – ed è stata costretta a crescere da sola due figli. “Ho sempre sentito solo parole di ammirazione rivolte a mia mamma”, ha raccontato il figlio. Fino a qualche anno fa la vecchietta era ancora del tutto autonoma, adesso è ancora lucida ma non sente bene ed è andata a vivere col figlio. “Io e mia sorella Eda di case di riposo non vogliamo sentir parlare – racconta l’uomo – la mamma ha fatto così tanto per noi che il minimo è restituirle qualcosa adesso”.