I Thegiornalisti e quella voglia di “Vecchio”
Squilla il telefono, è Tommaso il frontman: " ‘A Gennà, noi stiamo qui, abbiamo solo un problema con il furgone…". Il dialetto di Roma mi ha sempre divertito, così esito un attimo poi gli rivelo uno dei tanti atavici problemi di Napoli: "Vabbè, tranquilli, il parcheggio da noi è sempre un problema. Figurati poi con il furgone!". Tommaso è repentino: "No, no. Tutto apposto: abbiamo parcheggiato sul marciapiede!". Quando attacco non mi sorprendo che siano proprio loro, quelli che si sono prodigati nei 40 insulti alle band indie italiane. Ed eccoli i Thegiornalisti: Tommaso Paradiso, voce e chitarra, Marco Primavera, voce e batteria, Marco Antonio Musella, chitarra, seguiti in tour dal basso di Emanuele Guidoboni. I primi due salgono in redazione per il minishow e l'intervista, mentre gli altri fanno da guardia al prezioso furgone che, in questi giorni, macina chilometri tra Milano e Catania per il loro tour. Arrivati anche in Campania per due date, una ad Angri e l'altra a Napoli, non potevamo lasciarci sfuggire la ghiotta occasione di conoscere questi "giovani cuori italiani" (una citazione al loro pezzo Una domenica fuori porta) che, dopo aver strabiliato con il loro primo album "Vol.1", vengono a parlarci di "Vecchio" il loro secondo album.
Vecchio è un album immediato quasi quanto la loro opera prima, che mette in chiaro da dove vengono e cosa vogliono: quella bella Italia che non c'è più e la classica tradizione brit, dove però vince comunque la prima, grazie alla potenza "diesel" dei testi di Tommaso Paradiso."Un album italiano che però suona inglese" – ci svela Marco Primavera, ma guai a parlargli di "retromania", quella fissa che buona parte dell'indie italiano ha preso non è per loro e, a sentirli e risentirli, di quegli stenti a cavalcare a tutti i costi un trend in voga, non c'è traccia nei loro pezzi. Anzi. Quindi prendiamo per buona la risposta di Tommaso quando rivela: "Non è che guardiamo al passato, siamo incollati alle cose che riteniamo migliori". E allora cosa deve cambiare, oggi, per fare in modo che tra quarant'anni ci si possa sentire legati a questi tempi? "Non è un atto di presunzione, ma noi lo stiamo cercando di fare, stiamo proponendo qualcosa che non sia usa e getta".
I Thegiornalisti nella nostra Fanpage Town hanno suonato due brani tratti dal loro ultimo album Vecchio: I Gatti e Diamo tempo al tempo. Una menzione speciale al secondo pezzo, in un periodo storico dove tutto ha una velocità disarmante, i testi di Tommaso ci suggeriscono di fermarci un attimo, di dare tempo anche a chi non ne ha. E poi magari, a dare senso a quest'idea, può finire che "ora apprezzi di più la campagna/dove stabile il tempo si ferma".
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