I terremotati al governo: “Non ha fatto niente per noi. No alla guerra contro i migranti”
Terremotati contro migranti. L'ultima "trovata comunicativa" del Ministro degli Interni Matteo Salvini è la contrapposizione tra disperazioni: "Ci sono ancora migliaia di italiani terremotati fuori dalle loro case. Io mi voglio occupare prima di loro" ha dichiarato il leader leghista su Facebook, riferendosi all'arcinota campagna sui "porti chiusi" (che poi chiusi non sono) e sul "contrasto all'immigrazione clandestina". Una contrapposizione, quella tra terremotati e migranti, che non ha nessuna ragione di esistere: il governo Conte ha infatti pieni poteri per imprimere una svolta nella ricostruzione del Centro Italia, svolta che però al momento non è neppure all'orizzonte.
Proprio per questo l'idea di venire strumentalizzati in una campagna contro i migranti, in un'insensata guerra tra ultimi e penultimi, non va giù ai terremotati. Ne abbiamo parlato con Francesco Pastorella, coordinatore dei Comitati Terremoto Centro Italia, coordinamento che racchiude 114 realtà sorte in tutte e quattro le regioni coinvolte con l’intento di dar voce alle istanze delle decine di migliaia di persone colpite dai terremoti. "Le manifestazioni e la tenacia che ci ha sempre contraddistinto – spiega Pastorella – ci hanno fatto partecipare ai tavoli inter-istituzionali con governo, regioni, capo uffici ricostruzione, protezione civile nazionale. Questi incontri periodici ci hanno consentito di monitorare da vicino le azioni che venivano messe in opera, sventando decisioni scellerate quali quella della realizzazione della pista ciclabile con i soldi degli sms solidali. Abbiamo organizzato dei gruppi di studio formati da ingegneri, geometri, architetti, geologi, avvocati che ci hanno consentito di districarci nel burocratese delle ordinanze e proporre soluzioni ed emendamenti alcuni dei quali recepiti ed inseriti nei decreti".
Pastorella, a due anni e mezzo dal terremoto del 24 agosto 2016 qual è la situazione nel "cratere"?
Disastrosa. Dodicimila posti di lavoro sono andati perduti e il tasso di povertà è in forte crescita, solo la metà delle macerie sono state portate via e appena il 10% delle pratiche di ricostruzione sono state presentate. Di queste, solo il 30 per cento sono state approvate. In questo quadro lo stato psicologico dei terremotati è disastroso ed aumenta il consumo di psicofarmaci. Chi sperava in una svolta nell'ultima legge di bilancio ha dovuto ricredersi, perché non c'è stata nessuna novità di rilievo. In questo desolante quadro, le pratiche di ricostruzione impiegano almeno cinque mesi per essere aperte per la prima volta. Morale della storia: terremotati sotto terra e spopolamento in corso.
Come se non bastasse negli ultimi mesi le Sae (Soluzioni Abitative d'Emergenza), consegnate ai terremotati con gravi ritardi, hanno riscontrato problemi…
I problemi delle Sae sono ancora presenti purtroppo: era la fine dell'estate quando abbiamo iniziato a denunciare delle problematiche inerenti l’umidità presente nelle "casette"; prima i pannelli nel soffitto, poi i pavimenti marci, infine sono arrivate muffe e funghi. Abbiamo contattato il capo della Protezione Civile Borrelli e chiesto di coinvolgere i due consorzi titolari dell’appalto delle Sae, cioè Arcale e CNS. Ad oggi, le 57 Sae di Arcale sono state sistemate in pochi giorni. Le 1.900 di Cns dovranno essere controllate tutte perché 164 su 300 controllate hanno riscontrato problematiche.
Siete soddisfatti delle misure proposte dal governo Conte sul terremoto? Sono state accolte le richieste dei terremotati?
Ad oggi nessuna delle promesse che Salvini e Di Maio ci avevano fatto in campagna elettorale sono state rispettate: nessun incentivo per l'occupazione nelle aree terremotate, nessuna No Tax area come avevamo richiesto, non è stato approvato un reddito di cratere per sostenere le persone più in difficoltà, nessuna misura per supportare il turismo nelle regioni coinvolte dai terremoti e nessun aiuto psicologico alle persone colpite dal sisma, tranne quello volontario di associazioni e terremotati stessi. Non è stato neppure suddiviso il cratere in aree a cui dare la priorità in base ai danni subiti. Nulla è stato fatto, e le promesse che hanno garantito consenso a Lega e Cinque Stelle anche in questo territorio sono rimaste sulla carta. Eppure molti terremotati avevano riposto in loro molte speranze, come testimoniano perfettamente i consensi conseguiti dal governo nel cratere.
Il Ministro Salvini contrappone il dramma dei migranti a quello dei terremotati. Come giudicate questa operazione? Avete notato una discontinuità rispetto al governo precedente?
Non partecipiamo alla guerra tra migranti e terremotati, che è una guerra tra poveri che non ci interessa. Noi abbiamo i nostri gravi problemi da risolvere e ci aspettiamo che il governo mantenga fede agli impegni presi coerentemente a quanto da loro stessi rimproverato ai precedenti governi. Non è stato varato nessun provvedimento che soddisfacesse le nostre richieste: sono state risolte solo piccole problematiche e difformità, ma nulla di importante e strutturale. Avevamo chiesto una zona franca per sostenerle piccole imprese e i lavoratori del territorio, avevamo chiesto un reddito di cratere. Ad oggi nulla è stato fatto. Siamo estremamente delusi, ma non ci arrenderemo.