Esiste una subcultura cresciuta negli ultimi vent'anni di pari passo con la concentrazione di potere nelle mani dei super ricchi della Silicon Valley. Miliardari delle aziende tech, e più modesti milionari di start up di successo, si scambiano consigli su come sopravvivere a quello che spesso individuano come "l'evento", ovvero la rottura dell'ordine costituito e il repentino crollo del vivere civile e associato. Colpa dei cambiamenti climatici, delle tensioni razziali, del crollo delle istituzioni statali, di nuove pandemie. Una specie di apocalisse zombie a cui si preparano comprando ex silos nucleari trasformati in bunker di lusso, accaparrandosi appezzamenti di terra in Nuova Zelanda, paese considerato il più sicuro e isolato per evitare le conseguenze più spiacevoli, o investono per colonizzare lo spazio deterritorializzando il loro potere su Marte o in orbita. Raffinano l'arte di isolarsi da tutto il resto dell'umanità mettendosi al riparo dalle conseguenze del collasso di un sistema che hanno contribuito in maniera determinante a disegnare. Sono preppers ma, al posto di coltellini svizzeri, pietre focaie e scorte di cibo liofilizzato nascoste in un casolare di montagna, costruiscono lussuose dimore da dove guardare la fine del mondo al riparo, lasciando noi nei guai.
Douglas Rushkoff è un teorico dei media, scrittore e professore al Queens College di New York e in "Solo i più ricchi. Come i tecnomiliardari scamperanno alla catastrofe lasciandoci qui" (Luiss University Press), racconta senza esagerare come i super ricchi si preparano a lasciarci un mondo che brucia mentre cercano un'oasi (o un nuovo pianeta) dove starsene tranquilli. Rushkoff, che a cavallo tra gli anni Ottanta agli Novanta ha partecipato al movimento cyberpunk e ha accompagnato l'evolversi della rete dalle utopie underground a quel gran casino che è oggi, non è di certo un militante socialista radicale. Queste cose le sa perché le ha sentite con le proprie orecchie durante conversazioni in tavole rotonde esclusive o offrendo la propria consulenza. Secondo il MIT è uno dei dieci più intellettuali più influenti del mondo e racconta come c'è chi lo paga per sentire cosa pensa di un problema che lo attanaglia: dopo l'apocalisse, dopo che mi sono costruito un bunker di lusso super attrezzato, come farò a garantirmi che il mio stesso piccolo esercito privato non mi si rivolti contro?
Perché i super ricchi del capitalismo digitale sono così assurdamente scissi dalla realtà, che pure plasmano con i loro investimenti e algoritmi? L'autore parla di Mindset, che traduciamo letteralmente con "mentalità" ma che vuol dire qualche cosa di più in questo caso e sta indicare la forma mentis con cui agiscono i super ricchi di fronte ai problemi, un modo di ragionare e procedere che non sembrano avere nessuna voglia di cambiare perché è esso stesso l'obiettivo da perseguire.
Scrive Rushkoff:
Il desiderio di fuga della Silicon Valley – chiamiamolo Mindset – spinge però chi lo condivide a credere che i vincenti possano lasciarsi alle spalle tutti gli altri. Forse è quel che volevano sin dall'inizio. Forse la loro volontà di ergersi al di sopra dell'umanità non deriva dal capitalismo digitale, ma ne è la causa, è un modo di trattare il prossimo che risale alle tendenze sociopatiche della scienza empirica, dell'individualismo, del predominio sessuale e persino dello stesso "progresso".
E ancora:
Il Mindset, amplificato dalle tecnologie digitali e dalle nuove disparità che esse consentono, rende possibile esternalizzare facilmente i danni inflitti agli altri e induce a desiderare la trascendenza e il distacco delle persone e dai luoghi danneggiati. Come vedremo, il Mindset si basa su uno scientismo del tutto ateo e materialista, che crede che la tecnologia possa risolvere ogni problema, soffre degli stessi bias del codice digitale, ritiene i rapporti umani un fenomeno di mercato, teme la natura e le donne, ritiene che i contributi del singolo non debbano nulla al passato e mira a neutralizzare l'ignoto dominandolo.
La cultura del nuovo capitalismo digitale prevede due cose: la libertà assoluta di chi ha il potere di esercitarlo (libertarianesimo), e di conseguenza l'ostilità contro ogni istituzione regolativa. I nuovi ricchi sognano di costruire isole artificiali nell'oceano a cui si aderisce liberamente sottoponendosi alle regole degli azionisti che le hanno costruite, o città stato al cui vertice ci sia un Ceo.
Moonraker – Operazione Spazio, è un film del 1979 della serie di James Bond in cui 007 deve fermare Hugo Drax, malvagio magnate dell'industria che vuole riprogrammare l'umanità sterminandola dopo aver lasciato il pianeta con una élite genetica ai suoi ordini. Allo stesso modo i super ricchi di oggi, invece di affrontare le contraddizioni dello sviluppo capitalista e su come fermare l'imminente collasso climatico, preferiscono cercare nuovi territori vergini dove riprogrammare l'umanità su una nuova piattaforma. È la logica intrinseca dell'accumulazione originaria di capitale: trovare sempre nuovi territori da recintare, colonizzare, da cui trarre profitto.
Sulle scialuppe di salvataggio dei super ricchi non c'è posto per tutti. E allora forse la soluzione è immaginare un mondo dove non ci sia un'élite potentissima e ricchissima, estranea ai processi democratici e che vuole il monopolio sul futuro.