“I ragazzi del Natisone si potevano salvare in 6 minuti”, l’avvocato presenta la perizia sui soccorsi
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I tre ragazzi morti nella piena del fiume Natisone si potevano salvare in 6 minuti, ne è convinto il legale delle famiglie delle tre vittime presentando i risultati della perizia sulle tempistiche del soccorso. “Per salvare i ragazzi, l'elicottero avrebbe impiegato solo due minuti a testa, con verricello e ciambella. Dunque in sei minuti tutti sarebbero stati salvati, se fosse stato attivato in tempo utile” ha dichiarato l’avvocato Maurizio Stefanizzi.
Una valutazione basata sulla ricostruzione dei carabinieri durante le indagini sui soccorsi, ora in possesso anche delle parti offese. Secondo il legale, non ci sono dubbi sul fatto che l’elisoccorso sia stato allertato troppo tardi pur essendo alla base e che invece avrebbe potuto salvare in breve tempo i tre ragazzi poi trascinati via dalla corrente: Patrizia Cormos, 21 anni, Bianca Doros, 23 anni e Cristian Molnar, 25 anni.
"La tempistica è stata stabilita direttamente dalla perizia, redatta dall'esperto del Soccorso alpino, chiamato ad analizzare le manovre necessarie al tecnico di elisoccorso, che quel giorno era all'aerobase di Pasian di Prato ma che è stato allertato troppo tardi", ha spiegato all’Ansa l’avvocato
Stando alla perizia, fino alle 14:06 di quel terribile del 31 maggio 2024 si sarebbe ancora potuto effettuare il soccorso con l’elicottero traendo in salvo tutti e tre i ragazzi. Esaminando le foto di quei terribili momenti, il perito ha spiegato nel dettaglio la manovra che si sarebbe potuta fare anche quando i tre ragazzi erano già avvolti dall’acqua che cresceva e che li aveva raggiunti quasi ai fianchi.
Secondo il perito del Soccorso alpino, visto che il ragazzo in acqua fungeva da ancoraggio per le due ragazze, un soccorritore si sarebbe potuto calare con il verricello entrando in acqua e utilizzando la ciambella o il triangolo di evacuazione avrebbe issato una delle due ragazze chiedendo al giovane di mantenere la presa sull'altra ragazza. Successivamente avrebbe potuto ripetere analoga manovra con quest' ultima e infine con il ragazzo. Tra le ipotesi degli ultimi momenti utili al salvataggio, il soccorritore ipotizza anche che si sarebbero potuti issare sull’elicottero due ragazzi alla volta e la situazione fosse diventata ancora più pericolosa.
Secondo quanto ricostruito, la prima richiesta d'aiuto sarebbe arrivata alle 13.29, seguita da una seconda drammatica telefonata delle 13,36 e dall'ultima delle 13,48, poco prima che i tre venissero trascinati via dalla corrente. Quel giorno fu la 21enne ad allertare il 112 per chiedere aiuto mentre l'acqua del Natisone continuava a salire. Messa in comunicazione coi vigili del fuoco al telefono, Patrizia Cormos chiese il dispiegamento di un elicottero, "abbiamo mobilitato anche quello” fu la risposta.