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I punti oscuri nella scomparsa di Daniela Ruggi: i problemi dopo aver perso il lavoro e liti con il fratello

Si continua a indagare sulla scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne che si è allontanata da Montefiorino e del quale non si hanno più notizie dal 18 settembre scorso dopo un ricovero dovuto a un malore in seguito a una visita degli assistenti sociali. L’intervento, secondo quanto appreso da Fanpage.it, sarebbe stato sollecitato proprio dal fratello della 31enne.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si continua a indagare sulla scomparsa di Daniela Ruggi, la 31enne sparita a Montefiorino dallo scorso 18 settembre. Da allora sono state diverse le segnalazioni fatte da cittadini che hanno visto le sue foto online o in trasmissioni televisive.

La più accreditata è quella della mensa di Porta Aperta, a Modena, dove la 31enne sarebbe stata vista in un buono stato di salute in compagnia di altre persone. Alla mensa dei poveri la donna sarebbe andata anche d'estate, ben prima della sua scomparsa: si parla di quattro accessi effettuati tra luglio e agosto in compagnia di un amico.

Dopo essersi recata a Porta Aperta, però, la donna aveva sempre fatto ritorno a casa fino a quando, il 18 settembre scorso, non è scomparsa in seguito a un breve ricovero presso l'ospedale di Sassuolo. Ruggi era salita a bordo di un'ambulanza per un malore accusato durante una visita degli assistenti sociali del comune di Montefiorino. Un aiuto, quello dei servizi sociali, che più volte le era stato proposto anche dal sindaco e che era sempre stato rifiutato.

Lo stesso intervento era stato richiesto più volte anche dal fratello di Ruggi, così come spiega a Fanpage.it la legale Deborah De Cicco che lo assiste. L'uomo è oggi al centro di numerose polemiche per alcune presunte liti con la 31enne scomparsa e per i "rapporti tesi" testimoniati da un'ex collega della giovane.

L'intervento del 18 settembre, secondo quanto appreso dall'avvocata De Cicco, sarebbe stato sollecitato anche dal fratello della 31enne. "Era in apprensione per lo stato in cui viveva la sorella" ha sottolineato la legale. Sono tantissimi i punti ancora oscuri sulla vicenda, a partire dai presunti attriti familiari dei quali la 31enne aveva parlato anche ad alcuni ex colleghi.

Daniela Ruggi
Daniela Ruggi

Nessuna diagnosi per problemi psichici

Stando a quanto si è appreso nelle prime fasi delle indagini, i cui dettagli sono al momento segreti, Daniela Ruggi viveva in uno stato precario in un'abitazione fatiscente a Vitriola. La donna si era trasferita nell'abitazione da quando aveva perso il lavoro sullo scuolabus del Comune di Montefiorino. A detta della madre e della sorella della 31enne, rappresentate dall'avvocato Guido Sola, da quel momento avrebbe iniziato ad avere difficoltà, lasciandosi andare a uno stile di vita molto precario.

Prima di allora, sempre secondo i familiari, la ragazza aveva sempre vissuto con la madre e i fratelli, non mostrando particolari segni di disagio. "Daniela – ribadisce a Fanpage.it l'avvocato Sola – aveva la patente di guida, i documenti e il bancomat. Oggetti che sono stati ritrovate in casa e che sono stati restituiti ai familiari dopo i sopralluoghi del caso. Tutte cose ottenute nel pieno delle sue facoltà intellettive. Per Ruggi non è stata emessa alcuna diagnosi relativa a problemi psichici".

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Le preoccupazioni per la condizione psicologica di Daniela Ruggi

Eppure, secondo quanto emerge anche dai racconti di chi vive a Montefiorino, Daniela girava spesso in strada con vestiti sgualciti, sporchi o inadatti alla stagione in corso. I residenti la vedevano spesso in paese con il cellulare in mano in una situazione di degrado testimoniato anche dalle condizioni della casa nella quale viveva, senza acqua corrente e riscaldamenti.

Di una ragazza in difficoltà parlano anche gli "amici" che Ruggi aveva incontrato nel corso del tempo. Tra tutti, Domenico Lanza detto "lo sceriffo", unico indagato per la scomparsa di Daniela. Il reato ipotizzato al momento nel fascicolo di indagine è quello di sequestro di persona

Nelle interviste rilasciate prima dell'arresto (legato però al solo reato di possesso illegale di armi), Lanza aveva raccontato di aver più volte regalato vestiti a Daniela e perfino il vecchio cellulare con il quale la donna manteneva i contatti. Più volte "lo sceriffo" era stato visto in compagnia della 31enne. Secondo i titolari di una trattoria nei pressi di Montefiorino, Ruggi sedeva al tavolo con sguardo assente e vestiti succinti.

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I rapporti difficili con i familiari

In questo contesto si inquadrerebbero i rapporti tesi con la famiglia d'origine. Ruggi, così come testimoniato appena dopo la scomparsa anche dal sindaco di Montefiorino, che ha sporto denuncia alle forze dell'ordine, rifiutava l'intervento dei servizi sociali e qualsiasi tipo di assistenza da parte del Comune o della famiglia.

Più volte i fratelli di Daniela avrebbero richiesto l'intervento degli assistenti sociali. In particolare, spiega l'avvocata De Cicco, il fratello Alberto, che anche tramite la legale aveva inviato email e aveva fatto telefonate per chiedere un sopralluogo.

Secondo la legale, Alberto avrebbe spesso chiesto alla sorella di cambiare vita e migliorare le condizioni della casa di cui entrambi erano proprietari. "Parliamo di una pressione legittima da parte di familiari che erano preoccupati per la condizione di una persona non autosufficiente – continua la legale -. Il mio assistito, così come il resto della famiglia, si trovavano a dover gestire una situazione molto difficile. È stato detto che l'avevano abbandonata ma non è vero, anzi premevano affinché cambiasse vita e si prendesse più cura di se stessa".

In questo contesto sarebbe da inquadrare anche la denuncia sporta da Ruggi ad aprile per un presunto tentativo di violazione di domicilio fatto dal fratello. "Non c'è stato alcun tentativo di entrare in casa con la forza da parte del mio assistito – spiega De Cicco -. Abbiamo chiarito subito al pubblico ministero che non era avvenuta alcuna aggressione e in seguito alla nostra memoria difensiva ha chiesto l'archiviazione che è in attesa di valutazione".

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La presunta lite alla presenza di un'ex collega di Ruggi

Sempre nell'ambito di rapporti tesi con la famiglia si inquadrerebbe anche la presunta lite alla quale avrebbe assistito un'ex collega di Ruggi. La donna non è stata ascoltata dalle forze dell'ordine allo stato attuale, ma ai giornalisti di Storie Italiane che per primi hanno raccolto la sua testimonianza, ha riferito di essere pronta a parlare di quanto accaduto davanti alle autorità.

La donna ha affermato di aver visto Daniela litigare con il fratello che in quel frangente l'avrebbe strattonata per entrare in auto. "Alberto nega assolutamente l'esistenza di una lite simile e nega ai aver aggredito la sorella" sottolinea la legale. Secondo De Cicco l'uomo avrebbe anche detto di non aver mai incontrato l'ex collega di lavoro di Daniela.

"Non so perché dica di aver assistito a una lite simile. Daniela parlava male del suo nucleo familiare in paese, questo è certo, e potrebbe aver detto bugie. Lo faceva perché i fratelli e la madre volevano che cambiasse vita, che si prendesse cura di se stessa. Raccontava ai residenti che la madre era aggressiva e che il fratello la maltrattava. L'ex collega potrebbe aver creduto a queste cose, ma perché dica di aver assistito a una discussione della quale il mio assistito nega assolutamente l'esistenza non mi è chiaro".

Il denaro trovato in casa di Daniela e il ruolo della mamma e della sorella

L'avvocato Sola, che assiste invece la mamma e la sorella di Ruggi, ha spiegato a Fanpage.it che a questa lite avrebbe assistito un testimone oculare. "Alberto dice di non aver mai conosciuto questa ex collega? Possibilissimo. Guardi, stiamo parlando di una cosiddetta lite che in realtà era al massimo una discussione molto sentita in cui lui avrebbe cercato di convincere Daniela a salire in macchina. Nessuna aggressione di alcun tipo. Che poi la testimone abbia creduto a quanto diceva Daniela è possibile, perché lei spesso riferiva cose non vere sul conto dei familiari".

"Sul resto – racconta Sola a Fanpage.it – l'ex collega dà versioni contraddittorie. In alcune interviste dice che Daniela era felice delle visite mensili della mamma, in altre dice che Ruggi si lamentava del fatto che la madre portasse via tutto il denaro che aveva a disposizione, lasciandola senza soldi. A dicembre i carabinieri hanno restituito alla famiglia di Ruggi 1750 euro in contanti e un libretto postale con saldo attivo di 8.000 euro. Non era una persona senza soldi. Ancora oggi i testimoni dicono che avesse problemi psichici, ma non ci sono pregresse diagnosi che lo attestano. Parliamo di una persona che fino alla perdita del lavoro, non ha mai mostrato così tanto disagio".

Secondo il legale, le sole discussioni che avvenivano in casa erano relative alla situazione di Ruggi, che viveva in condizioni precarie in una casa ormai abbandonata. "La madre diceva ai figli di lasciar vivere Daniela come preferiva – ha affermato -. Ovviamente i fratelli, anche lecitamente, le dicevano che invece bisognava intervenire e aiutarla a imboccare la strada di uno stile di vita migliore. Discussioni che sono banali in un contesto di fragilità. Non è mai stata abbandonata come spesso si dice: la famiglia era al corrente delle sue condizioni e cercava di recuperarla. Da qui anche i solleciti ai servizi sociali, ma per loro Daniela era giustamente una persona maggiorenne che poteva fare quello che voleva".

"È stato detto che Daniela non era in contatto con la famiglia – ha spiegato ancora il legale a Fanpage.it -. ma questo, come è stato appurato, non era vero. Cercavano di seguirla e lei rifiutava ogni aiuto".

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