I prof universitari a Renzi: “Stop ai tagli, pronti a bloccare esami e lauree”
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Professori universitari in rivolta contro il blocco degli scatti e i tagli agli atenei. Più di 16 mila docenti di circa 80 università in tutta Italia hanno inviato un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi affermando di essere pronti a bloccare le attività universitarie. “Ci ascolti o bloccheremo gli esami e le sessioni di laurea”, questa la minaccia dei prof contro il “protrarsi del blocco degli scatti stipendiali legati al merito, blocco che invece è stato annullato per magistrati, avvocati e Procuratori dello Stato”. Un blocco inizialmente previsto per il 2011-2013, poi esteso al 2014 e la minaccia dei docenti sarebbe da attuare se il governo decidesse di estendere al 2015 il blocco degli scatti. Secondo i docenti non è possibile pensare di ridare fiducia a un Paese senza valorizzare la formazione delle giovani generazioni e la ricerca scientifica: “L'Università vive un profondo disagio per i tagli subiti negli ultimi anni – così la rete dei docenti -. Se con finanziamenti irrisori si sono avuti risultati notevoli e servizi ben superiori alle risorse impiegate è stato anche grazie ai loro sacrifici”.
La protesta dei docenti universitari
Attualmente i docenti universitari in “virtù del blocco degli scatti stipendiali di merito, danno al Paese in media ben centoottanta euro netti ogni mese. E tale situazione persiste da quasi quattro anni. I docenti universitari in questi quattro anni hanno già dato un contributo notevole al risanamento del Paese (oltre mezzo miliardo di euro). Non chiedono nulla per i quattro anni passati, ma chiedono con forza che da inizio 2015 si torni alla situazione normale. I Docenti universitari hanno già dato. Ora se occorre reperire ulteriori fondi il Governo cerchi là dove in questi quattro anni i vari Governi non hanno cercato”, queste le richieste dei professori. Al governo i docenti chiedono anche il “riconoscimento, ai fini giuridici, del quadriennio 2011-2014”. E minacciano che in assenza di una risposta sono pronti, appunto, a bloccare gli esami e le lauree.