I prezzi di gas ed energia “aumenteranno nel 2023”: “In Italia molto più alti che nel resto d’Europa”
“Le previsioni che i grandi operatori fanno è che i costi della materia prima, quindi del gas, non si abbasseranno nel 2023, anzi. Lo vedremo ai primi di gennaio con i nuovi dati Arera, ma i prezzi sono destinati ad aumentare per il freddo, quindi la domanda, per la situazione geopolitica internazionale, per il mercato che non è stato riformato e per l'Europa che non riesce a trovare un accordo sul price cap. La prospettiva non è affatto rosea e il governo deve intervenire prima che la situazione precipiti”. A dirlo a Fanpage.it è Fabrizio Ghidini, presidente di Federconsumatori Parma ed esperto di energia che ha spiegato quali sono le prospettive di aumento per i prossimi mesi e soprattutto cosa potrebbe accadere il prossimo anno dopo la fine del blocco di aiuti previsto dal governo per il caro bollette.
Quali aumenti dobbiamo/possiamo aspettarci nei prossimi mesi su gas ed energia?
È sempre necessario distinguere i prezzi del mercato libero e quelli del mercato tutelato, perché viaggiano su binari diversi soprattutto in questo periodo. Per quanto riguarda il mercato tutelato gli aumenti li conosciamo: gli aumenti del trimestre ottobre-novembre-dicembre per quanto riguarda l'energia sono di circa il 71%, quindi si tratta di un aumento fortissimo. Per quanto riguarda il gas metano invece è stato cambiato il sistema di calcolo del mercato tutelato, ma abbiamo avuto un decremento lievissimo a ottobre e un aumento del 13% a novembre.
Per quanto riguarda invece il mercato libero è complicato perché sono le compagnie a fare le tariffe e poi c'è il tema delle modifiche unilaterali che sono state bloccate dal decreto aiuti bis, e i pronunciamenti dell'AGCM che ha bloccato tutte le modifiche contrattuali, quindi tutti gli aumenti, fino ad aprile 2023. La situazione è dunque caotica, ma sicuramente di questi aumenti che sono stati bloccati, non possiamo che essere felici e soddisfatti.
Se fossero scattati gli aumenti comunicati dalle compagnia, a quest'ora non staremmo parlando di aumenti del 50%, ma di aumenti con percentuali a tre cifre. Sul mercato libero è quindi difficile avere un dato univoco, anche perché ci sono coloro che hanno avuto modifiche unilaterali prima del mese di aprile, e coi ricorsi vedremo come finirà.
Qual è la prospettiva per il nuovo anno?
È necessario che il governo prenda in mano la situazione, perché rischia di deflagrare ulteriormente nei prossimi mesi. Le previsioni che i grandi operatori fanno è che i prezzi della materia prima, e qui parliamo del gas, sono di un 2023 dove i prezzi non si abbasseranno. Lo vedremo ai primi di gennaio con i nuovi dati Arera del gas, ma i prezzi sono destinati ad aumentare per il freddo, quindi la domanda, per la situazione geopolitica internazionale, per il mercato che non è stato riformato e per l'Europa che non riesce a trovare un accordo sul price cap. Quindi la prospettiva non è affatto rosea.
Mi preme sottolineare che in Italia i prezzi di gas ed energia elettrica sono molto più elevati che negli altri paesi europei e questo ha una ricaduta sui tassi di inflazione che sono molto più alti, in Inghilterra stanno scioperano per l'inflazione al 5%. Da noi viaggia oltre l'11 e quella dei beni alimentari è ancora più alta.
Per l’Antitrust le società energetiche hanno aumentato illegalmente i prezzi di luce e gas
Per quanto riguarda il pronunciamento della AGCM di ieri sono ormai 11 le società su cui l'autorità è intervenuta per bloccare gli aumenti unilaterali ma ci sono altri esposti che aspettano di essere esaminati dall'Antitrust, ma ormai l'orientamento è questo: ogni variazione di prezzo verrà stoppata fino al mese di aprile. Noi chiediamo rispetto al pronunciamento di ieri che le cose vengano uniformate, ovvero le persone che avevano già avuto l'aumento in bolletta erano poche, adesso ci sono più di due milioni di persone che hanno avuto le bollette più alte, quindi chiediamo che le compagnie alla prima bolletta utile debbano restituire questi soldi. Noi andiamo avanti sulla strada dei ricorsi.
Il nostro paese deve fare interventi mirati per arginare gli aumenti?
Il governo per contenere il caro bollette ha stanziato per il 2023 circa 21 miliardi di euro, una cifra che, a meno che i prezzi non crollino improvvisamente, servirà a finanziare questi interventi non oltre il mese di aprile. La domanda è: cosa succede a maggio 2023 se finisce il blocco degli aiuti bis e non sono finanziati gli interventi sulla riduzione dell'Iva e delle accise? La risposta è che il paese rischia di crollare. Quindi se l'Europa non si mette d'accordo noi dobbiamo chiedere al governo di introdurre un blocco dei prezzi in Italia che coinvolga i venditori ma anche i produttori.