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Covid 19

I pediatri italiani spiegano perché vanno vaccinati contro Covid anche i bambini dai 5 agli 11 anni

Rino Agostiniani, vicepresidente Sip (Società italiana pediatria) a Fanpage.it: “L’attuale aumento dei casi Covid riguarda le fasce di popolazione non vaccinate all’interno delle quali ci sono per l’appunto i bambini, per i quali ancora non abbiamo cominciato la campagna di vaccinazione, ma soprattutto ci sono gli adulti che non hanno aderito alle somministrazioni. Bene le nuove regole sulla quarantena a scuola: la dad non può essere paragonata alle lezioni in presenza. Il vaccino? Sì alla fascia 5-11 per la loro salute, per evitare la diffusione del virus e per farli tornare ad una vita normale”.
A cura di Ida Artiaco
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"Bisogna vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni per garantire la loro salute, per fermare la diffusione del virus e per permettere ai più piccoli di avere una vita quanto più normale possibile, andando a scuola e facendo attività ludiche e sportive in tutta sicurezza". Conferma la raccomandazione alla vaccinazione anti Covid dei più piccoli la Società italiana di Pediatria, con la campagna che dovrebbe partire già a dicembre previo ok dell'Ema. Lo ha fatto attraverso il vicepresidente Rino Agostiniani che a Fanpage.it ha spiegato quali sono i numeri dei contagi nelle fasce d'età più giovani, perché non ci si deve allarmare e perché è importante vaccinare anche loro. D'altronde, secondo l'ultimo monitoraggio dell'Iss, un caso di Covid su 4 in Italia riguarda persone sotto i 20 anni, e a fronte di un aumento dell’incidenza in tutte le fasce di età, quella a far segnare l’incremento maggiore è sotto i 12 anni, ossia la fascia ancora non vaccinabile.

Dott. Agostiniani, avete come Sip numeri aggiornati sulla situazione Covid tra i più piccoli?

"I dati più accurati sono quelli dell'Iss, che sono anche quelli più recenti e in arrivo dai flussi informativi degli ospedali su quanti sono i bambini ammalati, quanti ce ne sono per settimana ed anche sulla mortalità, che per fortuna resta estremamente bassa nelle fasce d'età più giovani. Ad esempio nella fascia sotto i 3 anni il numero dei deceduti è pari a 6, tra i 3 e i 5 anni di 5 bambini, tra 6 e 10 anni di 6 bambini e fino ai 13 di altri 7. Quindi sono cifre per fortuna molto piccole, e questo è stato un po' il trend che ha caratterizzato l'andamento di questa epidemia sin dall'inizio. Poi che i bambini si ammalino non c'è nessun dubbio".

La quarta ondata, se è corretto chiamarla così, la definirebbe più l’epidemia trainata dai bambini o dei non vaccinati?

"Questa in corso non la chiamerei ondata ma lo definirei semplicemente come un incremento del numero dei casi. Non trovo corretto neanche dire che sia trainato dai bambini, ma direi piuttosto che riguarda le fasce di popolazione non vaccinate all'interno delle quali ci sono per l'appunto i bambini, per i quali ancora non abbiamo cominciato la campagna di vaccinazione, ma soprattutto ci sono gli adulti che non hanno aderito alle somministrazioni".

Dall'8 novembre entrano in vigore le nuove regole sulla quarantena nelle scuole. È secondo lei il momento giusto per questo passo, nonostante la maggior parte dei casi Covid sia rilevato tra i bambini in età scolastica?

"Secondo me è un provvedimento opportuno perché sull'ago della bilancia bisogna sempre mettere più cose. Una estremamente importante riguarda gli effetti negativi che esercita sui bambini la mancanza dei percorsi educativi e formativi in presenza. La dad non può essere paragonata alle lezioni in classe, non hanno la stessa rilevanza. Credo che la strategia di definire meglio quali sono le situazioni nelle quali porre una classe in quarantena sia assolutamente opportuna. Anche perché il numero globale dei bambini positivi non è più alto di quello che c'era a marzo, è come incidenza che c'è differenza: sulla totalità dei contagiati è ovviamente in salita perché si ammalano meno gli adulti che si sono vaccinati".

Il governo già a dicembre vorrebbe iniziare le somministrazioni di vaccino agli under 12 previo ok di Ema. La Sip si era già espressa a favore. È cambiato qualcosa? 

"La raccomandazione non riguarda solo i pediatri italiani ma di tutto il mondo. La prima che si è schierata in questo senso è l'Accademia americana di pediatria, anche alla luce dei numeri che si sono registrati nel Paese e che sono molto più rilevanti di quelli che ci sono stati qui. La motivazione per cui c'è l'indicazione a vaccinare anche i bambini  innanzitutto per garantire la loro salute, perché non c'è assolutamente confronto tra un ipotetico rischio da vaccinazione e rischio da malattia. In ogni caso la vaccinazione dei bambini è uno strumento anche per contribuire a una riduzione della diffusione virale e alla protezione dei soggetti più fragili, come gli anziani che, nonostante la vaccinazione, rischiano di essere infettati dai nipoti dal momento che sappiamo che l'ambito familiare è la realtà in cui più facilmente può verificarsi questa possibilità. Infine, se vogliamo consentire ai bambini di riprendere una loro normalità quotidiana, la vaccinazione è uno strumento importante, non solo per la scuola ma anche per le attività sportive e ludiche".

Vaccini per salvaguardare scuole e altre attività, dunque…

"Assolutamente sì. Io credo che ci sia una intera generazione di bambini che risentirà di questi due anni che abbiamo vissuto col Covid e la conseguente perdita di relazioni sociali e percorsi educativi. Per questo bisogna mettere in atto tutte le strategie che ci consentono di fare in modo che la loro vita riprenda più normalmente possibile, certamente una volta che avremo che le conferme, come ha già fatto l'Fda, della efficacia e sicurezza del vaccino Covid di cui abbiamo già somministrato miliardi di dosi".

Quali sono le previsioni per le prossime settimane?

"Molto dipenderà da come riuscirà a proseguire la campagna vaccinale in quella fascia di adulti che purtroppo sono numerosi e che ancora non hanno avuto il vaccino e quanto ci sarà ancora la consapevolezza della necessità di mantenere le misure di prevenzione, come distanziamento, mascherine, aerazione degli ambienti chiusi e lavaggio delle mani, che restano strumenti importanti peri difendersi contro il virus. Per cui se riusciamo ad avanzare con le vaccinazioni e essere attenti in ciò che facciamo avremo settimane he possano continuare sull'andamento attuale, altrimenti è prevedibile che si sarà incremento dei contagi e delle ospedalizzazioni".

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