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I no vax rischiano di finire in terapia intensiva 25 volte più di chi si è vaccinato: i dati Iss

Secondo il report esteso dell’Istituto superiore della Sanità, i non vaccinati, rispetto a chi ha avuto anche la dose booster, hanno un tasso di ricoveri in terapia intensiva 25 volte più alto. Anche la mortalità per chi è senza vaccino è 23 volte più alta di chi ha terza dose.
A cura di Ida Artiaco
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I non vaccinati, rispetto a chi ha avuto anche la dose booster, hanno un tasso di ricoveri in terapia intensiva 25 volte più alto e di decessi 23 volte. È quanto emerge dal report esteso dell'Istituto superiore di sanità, appena pubblicato. Nello specifico, si legge nel dossier, "il tasso di ricoveri in terapia intensiva standardizzato per età, relativo alla popolazione over 12 anni, nel periodo 24/12/2021-23/01/2022 per i non vaccinati (40 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 abitanti) risulta circa dodici volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da 120 giorni (3 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.) e circa venticinque volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (2 ricoveri in terapia intensiva per 100.000 ab.)".

Anche per quanto riguarda i ricoveri ordinari "il tasso di ospedalizzazione standardizzato per età nello stesso periodo per i non vaccinati (399 ricoveri per 100.000 ab.) risulta circa sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da 120 giorni (72 ricoveri per 100.000 ab.) e circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (39 ricoveri per 100.000 ab.)".

Cosa succede con i decessi

Anche rispetto alla mortalità i non vaccinati rischiano di più. Precisamente, sottolinea l'Iss, questi ultimi, rispetto a chi ha ricevuto la dose booster, hanno un tasso di mortalità 23 volte più alto. Nello specifico, "il tasso di mortalità standardizzato per età, relativo alla popolazione di età 12 anni, nel periodo 17/12/2021-16/01/2022, per i non vaccinati (103 decessi per 100.000 ab.) risulta circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da  120 giorni (12 decessi per 100.000 ab.) e circa 23 volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (4 decessi per 100.000 ab.)".

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Efficacia delle vaccinazioni secondo l'Iss

L'Istituto ha anche confermato che l'efficacia del vaccino nel prevenire l'infezione è pari al 64% entro 90 giorni dal completamento del ciclo vaccinale, al 52% tra i 91 e 120 giorni, e al 42% oltre 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale o pari al 66% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Per quanto riguarda invece l'efficacia nel prevenire casi di malattia severa questa è pari all'88% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, al 90% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e all'84% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. È tuttavia pari al 94% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster.

I casi di reinfezione

Sempre l'Iss nel suo report esteso, a proposito di trasmissione del contagio, fa un focus sui casi di reinfezione. Dal 24 agosto 2021 al 9 febbraio 2022 – si legge – sono stati segnalati 202.799 casi, pari a 2,9% del totale di quelli notificati. Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati è pari a 3,2%, stabile rispetto alla settimana precedente. La probabilità di contrarre una reinfezione risulta più elevata nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con almeno una dose e negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.

Diminuiscono i casi tra i bambini

Buone notizie arrivano dai giovanissimi. Spiega il rapporto dell’Iss che nella fascia di età tra i zero e i 19 anni "si registra un andamento in decrescita" delle ospedalizzazioni. Da quando è iniziata la pandemia, i casi che hanno riguardato i ragazzi sotto i 19 anni sono stati poco più di 2,5 milioni, di cui 13.632 ricoverati e 323 in terapia intensiva. In questa fascia d’età, sono stati 44 i casi di decesso. Ma nelle ultime tre settimane la percentuale di contagi è rimasta stabile, con un lieve miglioramento, passando dal 32% della scorsa settimana, al 31% degli ultimi sette giorni. Sul fronte dei contagi, la fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni ha registrato la percentuale più alta di casi, il 45%. Seguono i ragazzi tra i 12 e i 19 anni con il 36% dei casi tra i zero e i 19 anni e infine i bambini sotto i 5 anni con il 19%.

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