I lavori più frequenti dei migranti in Italia: ecco i settori di impiego dei cittadini extra-Ue

Secondo i dati resi noti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il settore che maggiormente dà impiego ai cittadini stranieri è quello dei servizi, seguito da industria, edilizia, commercio e agricoltura.
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A cura di Redazione
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Tema politico caldissimo, quello dell'immigrazione è uno degli argomenti in cui la sensibilità individuale tende ad influire in maniera determinante sulla percezione della realtà. Al di là delle interpretazioni personali, tuttavia, ci sono dati che potrebbero aiutare ad inquadrare l'argomento e dargli un elemento di oggettività intorno a cui ragionare. Partiamo dai dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali pubblicati a luglio di quest'anno, secondo cui, tra il 2010 e il 2016, la popolazione straniera in Italia è aumentata del 37,8%, equivalente a una crescita di 1,4 milioni di persone. Nel confronto tra 2015 e 2016 la crescita è stata di +135mila unità circa. I paesi che maggiormente hanno contribuiscono al saldo migratorio nel nostro paese sono Albania (467.687 individui), Marocco (437.485), Cina (271.330), Ucraina (230.728), Filippine (165.900), India (150.456), Moldova (142.266), Bangladesh (118.790), Egitto (109.871), Perù (103.714). Ora vediamo quali sono i mestieri maggiormente svolti dagli stranieri in Italia secondo un'indagine Openpolis e i dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Lavoratori domestici

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Il 31,3% dei residenti extracomunitari, secondo un recente dato di Openpolis, è impiegato nel settore dei servizi collettivi e alle persone. Si tratta per lo più di badanti, colf, babysitter e operatori domestici. Il dato rilevato rappresenta una percentuale molto elevata se confrontata con l'equivalente degli italiani impiegati nel settore, ossia il 5,2%. Da qui l'elemento discriminante tra i lavoratori del settore "Servizi", unico ambito di lavoro in cui sono aumentati in un decennio (2007-2016) sia gli impiegati italiani che quelli stranieri: mentre i servizi alle persone sono ambito di impiego prevalentemente "straniero", i lavoratori italiani occupano soprattutto il comparto "istruzione, sanità e servizi sociali" (16% italiani, 3,7% residenti extra-Ue).

Operai nel settore industriale

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Secondo i dati del Ministero del Lavoro e dell'Inps, nel 2016 gli italiani impiegati nell'industria in senso stretto sono oltre quattro milioni (precisamente 4.120.398), mentre gli stranieri sono 420mila. Di questi 288.941 sono extracomunitari. Nel confronto tra 2015 e 2016 gli italiani impiegati nel settore industriale sono aumentati di 48.803 unità, mentre i lavoratori extracomunitari sono scesi di 14.953 unità.

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Operai edili

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L'impiego della manodopera extracomunitaria nel settore delle costruzioni è tradizionalmente alta e porta oggi le percentuali di immigrati e italiani impiegati nell'edilizia ad essere molto vicine. l 19% degli extracomunitari in Italia è infatti impiegato nel settore delle costruzioni contro il 20% degli italiani. In termini assoluti gli stranieri nel settore edile sono quasi 240mila, di cui 138mila extra-Ue.

Commercianti

Sono prevalentemente piccoli commercianti e di nazionalità cinese e marocchina i lavoratori stranieri occupati in questo settore del terziario.  Seguono Bangladesh (13,4%) e Senegal (7,3%). Nel 2016 gli impiegati stranieri nel settore erano 234.299, di cui 193.085 extracomunitari.

Braccianti

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Nel 2016 il numero di lavoratori nell'agricoltura è aumentato rispetto all'anno precedente di oltre 40mila unità, di cui 14mila stranieri. Di questi solo 3.305 sono di origine extracomunitaria. A questo numero si dovrebbe tuttavia aggiungere, qui più che altrove, la massa di braccianti a nero, non registrati dall'Inps e costretti a turni e paghe di lavoro miserabili.

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