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I Giuristi Democratici stanno con la “cattiva maestra” di Torino: “Non va licenziata”

L’associazione ha espresso “preoccupazione per il violento attacco con conseguente gogna mediatica” che ha investito Lavinia Flavia Cassaro, la maestra torinese che la scorsa settimana ha augurato la morte a un gruppo di agenti di polizia.
A cura di Davide Falcioni
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Sulla vicenda del licenziamento di Lavinia Flavia Cassaro, la giovane insegnante torinese che – in un momento di forte tensione – ha augurato la morte di alcuni agenti di polizia che stavano reprimendo una manifestazione antifascista a Torino – si è espressa anche l'associazione Giuristi Democratici, che ha espresso "preoccupazione per il violento attacco con conseguente gogna mediatica da parte di personalità politiche e rappresentanti delle istituzioni che in questi giorni sta investendo la giovane docente di Torino”. E “quel che indigna – si spiega in una nota – non è l’incitamento alla magistratura ad appurare l’eventuale commissione di reati: ciascuno è libero di farlo – meglio se tramite esposto che via Twitter -, ma l’intenzione di colpirla nella sua vita lavorativa, ponendo definitivamente fine al suo difficile e precario percorso lavorativo. E ciò al di là di qualsiasi eventuale processo e di qualsiasi condanna".

Ma il cuore della riflessione dei Giuristi Democratici è quello che finora la politica non ha neppure sfiorato nel commentare il gesto della Cassaro: "Ciò che ha segnato la costituzionalizzazione del rapporto di lavoro è la sua contrattualizzazione: il lavoratore non vende più se stesso ma solo le attività indicate nel contratto e nell’orario ivi previsto, restando irrilevante la sua vita extralavorativa”. Insomma “Lavinia Flavia Cassaro, in una situazione di esasperazione (erano in corso cariche contro i manifestanti antifascisti), si è lasciata andare a un non condivisibile sfogo rabbioso: se verrà rilevato in ciò una condotta giuridicamente rilevante, ne risponderà all’esito del relativo processo". Quindi “licenziarla ora significherebbe invece solo mediaticamente segnare un’equidistanza tra fascismo e antifascismo, tra chi spara e chi grida a volto scoperto e mani nude, e questo non è accettabile”. Per tutto questo “i Giuristi Democratici auspicano quindi l’immediata sospensione del procedimento disciplinare”.

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