I genitori di Giulio Regeni denunciano l’Italia per la vendita di armi all’Egitto
"Assieme alla nostra legale abbiamo predisposto un esposto-denuncia contro il governo italiano per violazione della legge 185/90, che vieta l'esportazioni di armi verso Paesi, i cui governi sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani accertati dai competenti organi dell'Ue, dell'Onu e del Consiglio d'Europa e il governo egiziano rientra certamente tra quelli che si sono macchiati di queste violazioni". Ad annunciarlo ieri sera durante la trasmissione di La7 Propaganda Live Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, lo studente friulano rapito il 25 gennaio 2016 a Il Cairo e ucciso, dopo essere stato torturato, da membri dei servizi segreti egiziani. I genitori del ragazzo hanno ribadito nel corso della trasmissione, all'indomani delle dichiarazioni della procura egiziana, la richiesta di richiamare l'ambasciatore in Egitto. "Chiediamo questo come atto forte. È importante che l'Italia dia l'esempio – hanno detto – Chiediamo anche che la Procura non venga insultata, chiediamo fermezza. Bisogna reagire, sennò i nostri figli che vanno in giro per il mondo non saranno più sicuri".
La Procura egiziana ai magistrati italiani: "Non avete nessuna prova"
Proprio due giorni fa dalla Procura egiziana è arrivato l'ennesimo schiaffo all'Italia: i magistrati, infatti, in una nota hanno fatto sapere che "non esiste una base per procedere con un procedimento penale sull'omicidio, il rapimento e l'omicidio di Giulio Regeni". Secondo la procura egiziana gli autori del crimine restano sconosciuti dopo aver "ascoltato 120 testimoni" e i sospetti e le accuse mossi dalle autorità italiane non sono supportati da sufficienti prove. Nella stessa nota viene anche spiegato che il pm ha incaricato le agenzie investigative di continuare la ricerca dei colpevoli, ritirando le accuse nei confronti di quattro agenti e di un poliziotto dell'agenzia di sicurezza nazionale contro i quali i carabinieri della Procura di Roma avevano ipotizzato i reati di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravato, all'inizio dello scorso mese di dicembre.
La vendita all'Egitto di una nave militare costruita da Fincantieri
E se da un lato l'Italia continua a mostrarsi indignata per la scarsa collaborazione delle autorità egiziane dall'altra il nostro paese continua a fare affari con Il Cairo. La denuncia annunciata dai Genitori di Giulio Regeni infatti si riferisce alla vendita all'Egitto della fregata multiruolo Fremm Spartaco Schergat, ora ribattezzata ‘Al-Galala', costruita da Fincantieri e consegnata il 23 dicembre a La Spezia con una cerimonia in sordina. A rivelarlo alcuni giorni fa è stata la Rete italiana Pace e Disarmo, osservando come il tentativo di tenere nascosta la consegna e la successiva partenza alla volta dell'Egitto durante il periodo Natalizio manifesta l'imbarazzo da parte del Governo italiano per tutta questa operazione che avviene a pochi giorni dalle dure accuse mosse al regime egiziano dalla procura di Roma che indaga sulla morte di Giulio Regeni. Non solo: la legge 185 del 1990 che regolamenta le esportazioni di sistemi e materiali militari italiani, prevede che l’esportazione di armamenti sia vietata “verso i Paesi in stato di conflitto armato" ma anche verso quelli "i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite, dell'UE o del
Consiglio d'Europa". L'Egitto è, indiscutibilmente, uno di questi.